Trova tartufo record: «E' il più grande del mondo»

Rimini

RAVENNA. «Mamma, ho trovato il tartufo della vita». Matteo Casadei, 32 anni, ex operaio di Fusignano, la prima telefonata l’ha fatta a sua madre, ieri mattina quando nelle campagne annebbiate della Bassa Romagna, grazie al piccolo Ray, cagnolino di cinque mesi, ha trovato un tartufo bianco da record: pesa un chilo e 878 grammi. E, stando alle informazioni ufficiali sugli ultimi ritrovamenti, è il tuber magnatum Pico (il tartufo bianco più pregiato) più grande del mondo. Destinato dunque a superare anche quello da un chilo e mezzo trovato in Molise appena due settimane fa. Quale il valore? Il consorzio che batte l’asta di Alba ha già fatto a Matteo proprio ieri mattina una prima offerta: «Lo compriamo noi e lo regaliamo a Obama». Ma la proposta, per Matteo, sarebbe troppo bassa. Lo scorso anno, un tartufo bianco da un chilo e mezzo è stato battuto l’asta per 200mila dollari: pezzature simili sono arrivate anche a 360mila dollari. «Oggi la vita è bellissima», allarga un sorriso mister Tartufo.

La scoperta. Era presto, ieri mattina. Matteo che vive a Fusignano e che da poco ha lasciato il posto in fabbrica per diventare proprio commerciante di tartufi, è uscito con Ray, il suo fido compagno di appena cinque mesi. «Eravamo... beh, non lo dico dai - ride con gusto, facendo comunque riferimento a una campagna della Bassa Romagna, poco distante da casa -. Dal nulla, Ray ha cominciato a correre come un forsennato e arrivato al punto, a 50 metri di distanza, ha scavato. Ho visto subito che era un tartufo bianco e che era grosso. Ma, caspita, non credevo così grosso». E lì, Matteo ha preso a scavare con Ray: tirarlo fuori è stato facile. Il terreno era morbido. «E poi da lì, ho cominciato a fare telefonate a destra e manca: la prima a mia madre. Le ho detto: ho il tartufo della vita, mamma». Portato a casa, i primi controlli e la conferma di quanto aveva già immaginato: un tuber magnatum Pico, il più prezioso in natura, dal peso record di quasi un chilo e 900 grammi.

«Non lo do a Obama per due lire». Il padre di Matteo era tartufaio. Il nonno di Matteo era tartufaio. E lui, la prima volta che è andato per boschi a cercar tuberi, aveva appena 6 anni. «Il più grosso che avevo trovato era di tre etti e mezzo. Adesso mi sono già mosso per provare a piazzarlo, ma voglio un buon riconoscimento», parla chiaro Matteo. Lui ha contattato ieri mattina i Tartufi Morra, l’azienda specializzata proprio nella commercializzazione del tubero e famosa per l’asta di Alba. «Mi hanno fatto una prima offerta e mi hanno detto: dai, lo regaliamo a Obama. Ma io non lo do via per poco - taglia corto Matteo, che ha contattato il suo legale Francesco Montanari per i primi consigli -. Ho già dato la notizia ad alcuni miei clienti in Svizzera, e a quelli che battono l’asta di Firenze». Ma il tempo stringe: un prodotto simile si conserva perfettamente in frigo per sette o otto giorni, ma l’ideale sarebbe comunque piazzarlo entro cinque.

Il tesoro. Già, ma quanto potrebbe valere? Secondo la normale quotazione, il tartufo bianco vale (minimo) dai 500 ai mille euro all’etto, ma molto dipende dalla conformazione e da altre qualità tecniche. «Il mio è tondo, liscio: mai visti di così - dice Matteo -. Potrebbe valere centinaia di migliaia di euro». Un bottino appetibile anche per i ladri, quindi. «Ma io non lo tengo mica in casa: sta in un posto segreto», strizza l’occhio.

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