Si trattiene 54mila euro di incassi e manda sul lastrico un benzinaio

Rimini

RAVENNA. Appropriazione indebita aggravata, questa l’accusa per una 37enne ravennate a processo con l’accusa di aver versato nel proprio conto corrente parte degli incassi di una stazione di servizio di Lido Adriano in cui aveva lavorato per circa cinque mesi prima di essere scoperta e allontanata. La donna, stando all’accusa della procura (pm Lucrezia Ciriello) approfittando del suo ruolo di dipendente aveva messo da parte una somma stimata in 54mila euro.

A far scattare l’indagine era stato lo stesso gestore della stazione di servizio che ora - tutelato dall’avvocato Guido Pirazzoli - si è costituito parte civile.

Stando alla ricostruzione della pubblica accusa sembra che per circa due anni il gestore della pompa di benzina avesse portato avanti la sua attività senza nessun problema contabile e con bilanci in salute. Alla luce di quei conti più che positivi nel maggio del 2011 aveva persino deciso di farsi aiutare da un’altra persona e aveva assunto una 34enne. La donna, tra i suoi diversi compiti, aveva anche quello di portare gli incassi nella loro banca: la filiale della Cassa di Risparmio di Ravenna di Punta Marina. Verso la fine di settembre di quell’anno però l’uomo ricevette una telefonata dalla società proprietaria della stazione di cui lui era solo gestore. Nel corso di quella conversazione venne informato del fatto che alcuni pagamenti erano in ritardo, lui ne rimase sorpreso e avvertì immediatamente il proprio commercialista che lo rassicurò sugli incassi. Eppure il buco era evidente. Pochi giorni dopo confrontando le entrate stimate dalla vendita di carburante e i bonifici di contante effettivamente eseguiti emerse un dato allarmante: negli ultimi mesi solo il 60% degli incassi era stato versato. Il benzinaio presentò subito una denuncia ai carabinieri che fecero scattare le indagini. Nel conto corrente dell’impiegata vennero trovati 19mila euro, ma secondo l’accusa la movimentazione fu maggiore. Ma a incuriosire gli inquirenti fu anche un altro dettaglio: pare che alla dipendente fosse insolitamente concesso il servizio di cassa continua da parte della sua banca, cosa in genere riservata alle attività commerciali. Poco dopo la donna - che si è sempre dichiarata innocente - vide interrompersi il suo rapporto di lavoro, anche perché pochi mesi dopo il giovane benzinaio dovette lasciare la gestione a causa dei debiti. Prossima udienza e probabile sentenza a febbraio. (c.d.)

 

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