Il 59enne ravennate è affetto da malaria

Rimini

RAVENNA. Non è Ebola, ma malaria: nessuna sorpresa dagli esami sul 59enne ravennate ricoverato in quarantena giovedì sera a Rimini secondo quanto previsto dal protocollo anti-Ebola. La procedura di sicurezza si era attivata, come previsto dalla Regione, perché il paziente aveva lamentato febbre e altri sintomi influenzali dopo il rientro dal Mali, considerato tra i Paesi a rischio contagio. Ma le analisi, effettuate immediatamente dopo il ricovero nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Infermi” e inviate all’Istituto Spallanzani di Roma, hanno sciolto ogni riserva già poche ore dopo; il responso è arrivato all’Ausl nella notte tra giovedì e venerdì confermando l’esito negativo al contagio del pericoloso virus. Il 59enne ha la malaria: al momento resta ricoverato a Rimini ma non più in isolamento. Ora verrà trattato con una terapia antibiotica come sempre in questi casi, abbastanza frequenti sul territorio: una ventina l’anno nel Riminese, un centinaio l’anno nel Ravennate per via probabilmente del porto.

E’ la seconda volta che, in Romagna, si attiva il protocollo anti-Ebola imposto dalla Regione. La prima volta è accaduto a settembre quando due fratellini vennero ricoverati sempre a Rimini al rientro dal viaggio in Nigeria. All’epoca, il Paese era ancora tra quelli indicati a rischio contagio: il protocollo si attiva infatti solo nei casi sospetti, vale a dire di fronte a pazienti che presentino sintomi influenzali entro 21 giorni dal rientro da uno dei Paesi a rischio contagio (oggi: Liberia, Sierra Leone, Guinea, Mali). Anche in quel caso, i due bambini risultarono positivi “solo” alla malaria ma vennero prima tenuti in isolamento per diverse ore in attesa del responso da Roma. Lo stesso è avvenuto l’altro ieri: il 59enne, rientrato la sera prima dal Mali dove era andato in vacanza, si è presentato da solo in pronto soccorso a Ravenna lamentando febbre e dolori muscolari. Attivato il protocollo anti-Ebola, l’uomo è stato subito messo in isolamento: con le protezioni del caso, è stato quindi trasferito nel reparto di Malattie infettive di Rimini (come da procedura) steso su una barella chiusa in plexiglass e quindi ricoverato in quarantena fino all’arrivo dell’esito dal laboratorio romano.

 

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