Finisce col carrello tra le rampe della nave

Rimini

RAVENNA. Sembra si trovasse alla guida di un carrello elevatore all’interno del traghetto quando - per cause in corso di accertamento da parte della Guardia costiera e della Medicina del lavoro - il muletto è finito nel dislivello tra una rampa e l’altra. A causa dello sbilanciamento il mezzo si sarebbe poi ribaltato cadendo nella rampa inferiore. Un incidente fatale al marittimo, un 55enne di origini filippine rimasto con la testa schiacciata tra il carrello stesso e la parte metallica. Una fine orribile che non ha lasciato scampo all’uomo; vano infatti ogni tentativo di soccorso da parte del 118.

La sciagura, la seconda in pochi mesi (nell’agosto scorso un altro marinaio filippino era deceduto battendo il capo contro una paratia in metallo dopo essere inciampato), si è verificata nella tarda mattinata di ieri a bordo del traghetto Fides attraccato al terminal container. Al momento dell’incidente sull’imbarcazione, proveniente da Alessandria d’Egitto e approdata nei giorni scorsi al porto San Vitale, non erano in corso operazioni di carico e scarico. Il nostromo stava probabilmente effettuando una manovra interna quando si è verificato l’infortunio mortale. Il dramma sarebbe avvenuto alla presenza di altri membri dell’equipaggio che sono stati sentiti dagli inquirenti; d’intesa col sostituto procuratore Stefano Stargiotti si è proceduto al sequestro del carrello. Appare verosimile che nelle prossime ore ad alcune posizioni possano essere notificati avvisi di garanzia; alcune figure dell’organigramma si sono già rivolte ai legali Maurizio Mauro, Aldo Guerrini e Maria Rita Calderoni.

In seguito al decesso l’attività del porto ha subito un temporaneo rallentamento. Appresa la notizia di quanto accaduto, sul posto si sono portati anche il sindaco Fabrizio Matteucci e il presidente della Compagnia portuale Roberto Rubboli. Cordoglio alla famiglia della vittima è stato espresso anche dalle organizzazioni sindacali che, si legge in una nota della Filt Cgil, auspicano «che vengano messe in atto tutte le misure necessarie per far sì che fatti del genere non si ripetano» e invocano, «indipendentemente dall’esito delle indagini, l’innalzamento dei livelli di salute e sicurezza e maggiori tutele e formazione per ridurre al minimo i rischi».

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