Il gip: «S'indaghi ancora sulla morte della piccola Ester»

Rimini

RAVENNA. Una nuova consulenza medica e un’analisi dei tabulati telefonici da svolgere entro due mesi per completare sotto ogni profilo l’indagine sulla morte della piccola Ester, uccisa a soli dieci mesi (nel febbraio del 2013) da una meningite fulminante.

Questo quanto disposto nei giorni scorsi dal gip Piervittorio Farinella che ha respinto l’archiviazione (chiesta dal pm Isabella Cavallari) per l’inchiesta che al momento vede indagati tre medici (una pediatra di base e due medici dell’Ausl). Il gip ha in pratica sostanzialmente accolto le richieste avanzate lo scorso 29 ottobre dai legali dei genitori della bambina - gli avvocati Giacomo Costantino e Luigi Berardi - nel corso dell’udienza di opposizione all’archiviazione. In quella sede gli avvocati della famiglia avevano presentato una articolata memoria in cui si ripercorrevano tutte le tappe della tragica vicenda. I primi sintomi per la piccola Ester erano arrivati venerdì 15 febbraio 2013, quando la bimba era improvvisamente caduta battendo la testa. Nella notte era arrivata anche la febbre alta. Il giorno dopo la piccola era stata portata in pronto soccorso dove, a fronte di un ingresso alle 13.11 era stata dimessa alle 13.15. La domenica la febbre era però rimasta alta nonostante la somministrazione di antipiretici. Il lunedì mattina i genitori avevano chiamato la pediatra di base ma era stato fissato un appuntamento solo per la serata del giorno dopo. La situazione era precipitata verso le 13 del martedì. Era seguita la corsa in pronto soccorso a Ravenna e da qui (dopo la scoperta della meningite) il trasferimento nel pomeriggio al Bufalini di Cesena, dove la bimba purtroppo morì la notte del 20 febbraio.

Era davvero impossibile, sulla base di quei sintomi descritti dai genitori, capire prima che si trattava di meningite? Considerata la febbre prolungata non era forse il caso di svolgere accertamenti più approfonditi ? E nel caso in cui si fosse risaliti prima alle diagnosi, Ester poteva essere salvata con una terapia antibiotica, o era già troppo tardi?

Questi i dubbi di fondo dell’inchiesta sui quali il gip Farinella ha chiesto che vengano sentiti nuovi specialisti come consulenti (non si esclude a questo punto un incidente probatorio). Ma resta aperto anche un altro fronte d’indagine: quello relativo alla visita fissata dalla pediatra di base (in realtà si trattava di una collega di studio, perché la “titolare” era in ferie) solo per martedì 19 febbraio. Quella visita - come sottolineato dai legali - non venne anticipata al lunedì nonostante la chiamata allarmata della madre di Ester. I genitori temono che quel ritardo possa aver ritardato la diagnosi e quindi anche una potenziale cura. Ma sul punto gli avvocati Costantino e Berardi hanno evidenziato un aspetto non da poco. L’ “Accordo Collettivo Nazionale per la Disciplina dei Rapporti con i Pediatri di libera scelta” dispone infatti l’obbligo per i medici pediatri di fissare in giornata una visita qualora la richiesta arrivi prima delle 10 di mattina. Da qui la necessità di risalire ai tabulati telefonici per stabilire l’ora esatta di quella chiamata. (c.d.)

 

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