Una montagna di pattume in pieno centro

Rimini

RAVENNA. Una montagna di pattume nel salotto buono della città. Rigorosamente fuori dai cassonetti. Gli agenti della polizia municipale e gli operatori di Hera diventano “007”: aprono i sacchetti, rovistano tra i rifiuti a caccia di fatture, bollette e scontrini e alla fine risalgono ai proprietari. Ne scoprono venti, tutti gestori di bar, negozi e ristoranti. E scattano le multe: 250 euro, passare alla cassa.

Succede in piazza Andrea Costa, davanti al mercato coperto. «Una brutta situazione di degrado ambientale, causata da un indiscriminato e scorretto conferimento di rifiuti», commenta secco il comandante della polizia municipale Stefano Rossi. «Avevamo segnalazioni da tempo. Peraltro esiste un protocollo tra Comune e Hera in base al quale gli operatori addetti ai rifiuti possono segnalare situazioni fuori norma - continua il comandante -. Ed è andata così».

Colti con le mani nel sacco, verrebbe da dire. Ma la verità è che a infilarcele dentro, protetti dai guanti, sono stati gli agenti dell’ufficio anti degrado della polizia municipale. Da “analizzare” c’era una mole notevole. Assieme agli operatori di Hera sono stati raccolti in tutto una settantina di sacchi. Li hanno controllati uno a uno guardando il contenuto. Tra fondi di caffè, frutta e verdura, gli agenti della polizia municipale hanno pazientemente messo da parte scontrini, bolle d’accompagnamento, fatture e tutto ciò che poteva essere utile per risalire a chi era stato ad abbandonare a cielo aperto quel cumulo di pattume, a due passi dal mercato coperto, nonostante in quell’area sia presente un’ecoarea interrata per la raccolta differenziata. Trovati i responsabili sono partite una ventina di multe da 200 euro.

«Abbiamo sanzionato un comportamento sbagliato - commenta ancora Rossi -. Purtroppo c’è qualcosa che non funziona perché le regole ci sono. Vanno rispettate e non possiamo essere noi a stare sempre con il fucile puntato perché questo avvenga. Sicuramente ci sarà qualcuno che farà ricorso ma sul rispetto delle regole non possiamo chiudere gli occhi».

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