Nozze gay, Matteucci frena

Rimini

RAVENNA. Non farà come il sindaco di Roma Marino e quello di Bologna Merola, sulle trascrizioni delle nozze gay all’estero il sindaco di Ravenna Matteucci al momento resterà a guardare, in attesa di quelle nuove leggi sulle unioni civili annunciate (come tante altre cose) alla Leopolda da Renzi.

Equilibrismo normativo caldamente consigliato dai tecnici di Palazzo Merlato in queste 48 ore di meditazione, ma anche e soprattutto politico. La sensazione è che il sindaco - personalmente più che favorevole alla trascrizione - non se la senta però di sacrificare l’unità della giunta sull’altare di una battaglia che in realtà - codice civile alla mano - sarebbe in questa fase puramente simbolica. A trascinare Matteucci nel campo di battaglia dei diritti civili era stata l’assessore di Sel Valentina Morigi sabato scorso, poche ore dopo le nozze che si erano celebrate a Porto (Portogallo) tra l’ex giornalista Rai Carla Baroncelli e la dipendente comunale Barbara Domenichini. Le stesse due persone che il 5 luglio scorso si erano “sposate” simbolicamente in Comune proprio alla presenza del sindaco, in quell’occasione senza fascia tricolore. La Morigi aveva auspicato una trascrizione dell’atto anche a Ravenna sull’onda di quanto fatto a Roma, Bologna e in altri comuni d’Italia.

Ma alle sollecitazioni che arrivano da sinistra hanno fatto da contrappeso i malumori di “destra”. Sia quelli dell’ala cattolica del Pd (a questo punto verrebbe da dire sempre più influente) sia dall’ala repubblicana di Mingozzi. Il vicesindaco nei mesi scorsi stupì infatti non poco quando censurò le nozze “simulate” a palazzo Merlato.

«Matteo Renzi ha confermato alla Leopolda che il Governo proporrà, nelle prossime settimane, la legge sulle unioni civili. Io sono molto favorevole - ha dichiarato ieri Matteucci in una nota ufficiale - Questa legge deve affrontare anche la questione della trascrizione in Italia dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, colmando un vuoto normativo. I Comuni - ha proseguito Matteucci - devono essere messi in condizioni di operare in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. Su queste materie abbiamo leggi arretrate e perfino crudeli: lo penso e lo dico chiaro e forte, anche con gesti simbolici che possono sollevare polemiche come è avvenuta nel luglio scorso. La nuova legge è necessaria in tempi brevi, ma il tema è troppo delicato per essere lasciato al caso per caso o a duelli fra Sindaci, Prefetti e Magistratura, in un quadro normativo, a mio giudizio, arretrato e comunque farraginoso».

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