Carla e Barbara spose in Portogallo

Rimini

RAVENNA. Le spose hanno detto sì, una all’altra, e questa volta è per sempre. Dopo il matrimonio simbolico tenutosi il 5 luglio scorso al Comune di Ravenna, Carla Baroncelli, ex giornalista Rai, e Barbara Domenichini, dipendente di Palazzo Merlato, sono infatti volate in Portogallo, ad Oporto, per sancire la loro unione dopo dieci anni di convivenza. «E’ stata una bellissima cerimonia - ha commentato Barbara - emozionante, intensa. La signora che ha officiato le nostre nozze si è commossa e ci ha fatto i complimenti. Di certo non è una cosa che capita a tutti».

Quaranta gli invitati per una cerimonia che, confessa Barbara, «ha richiesto tre-quattro mesi di organizzazione. Abbiamo dovuto prenotare un ostello intero per tutti gli amici e parenti che hanno partecipato. Sono stati invitati certamente “speciali”, politicamente coinvolti in questa scelta mia e di Carla, e che hanno voluto fortemente partecipare a questa giornata».

E dopo il fatidico “Si, lo voglio”, tempo di fiesta e sangria. Ma Ravenna? «Abbiamo intenzione di tornare e chiedere di essere ricevute dal sindaco. Ci piacerebbe che la nostra unione venisse trascritta ed inserita nel registro delle unioni civili. Sarebbe solo un atto simbolico, dato che manca una normativa nazionale adeguata. Ma nel nostro paese, le cose importano solo quando se ne è toccati direttamente, e così vale per la politica».

E a chi ha criticato (e criticherà) questa intraprendenza? «Sinceramente - sottolinea Barbara - non capisco chi ci critica. A loro cosa cambia se sposo la persona che amo. La nostra unione non toglie loro nulla, per cui qual è il problema? Abbiamo ricevuto moltissimo sostegno da parte di tutti, per cui sono convinta che il terreno sociale e morale sia ormai maturo».

Ma se Palazzo Merlato dicesse no alla trascrizione? «Ne rimarrei delusa anche perché per il sindaco Matteucci non cambierebbe molto, forse si metterebbe contro il prefetto, al quale il ministro Angelino Alfano ha notificato il divieto di riconoscere queste unioni. Ma come detto, trascrivere il nostro matrimonio sarebbe un atto più simbolico che altro, sicuramente una presa di posizione politica che già altri sindaci e colleghi di partito hanno condiviso. Dunque perché no?».

Ma alle critiche ci si penserà; ora per la coppia è tempo di godersi la luna di miele. «Resteremo qui in Portogallo. È un posto non solo “utile” ma che merita di essere conosciuto, scoperto e al quale siamo grate. Ci ha accolto come il nostro paese non ha ancora saputo fare. È frustante pensare che il paese dove tu vivi e per cui paghi le tasse non ti faccia sentire accolto, no? Ma non ce l’ho con l’Italia. Ho speranza e sono convinta che anche il nostro paese possa farcela».

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