Picchiato davanti ai figli, moglie a processo

Rimini

LUGO. Per anni, stando all’accusa, sarebbe stato vittima dei soprusi della moglie che l’avrebbe picchiato in più occasioni, anche davanti ai tre figlioletti. I quali non solo avrebbero assistito alle violenze subite dal padre, ma sarebbero stati a loro volta offesi e malmenati.
Un clima di terrore durato anni in una storia in cui, rispetto al solito, i ruoli di vittima e carnefice si sono invertiti.
Accusata di maltrattamenti in famiglia e rapina è infatti la moglie, una 32enne di origini africane; insieme a lei è imputata anche la nipote per la sottrazione di 200 euro dal portafogli dell’uomo, somma che sarebbe servita loro per andare al mare e che avrebbero preso ricorrendo alle maniere forti di fronte al rifiuto ricevuto. Le due donne sono difese dagli avvocati Pier Paolo Zamboni e Jessica Bandini; il marito è invece assistito dall’avvocato Gian Luigi Manaresi. La vicenda, ormai prossima all’epilogo (la sentenza è attesa martedì prossimo davanti al collegio penale), è emersa proprio in seguito alla scomparsa del denaro, avvenuta il 1 agosto del 2010. Dopo quell’episodio, infatti, l’uomo - un 47enne residente nel Lughese - fu costretto a ricorrere alle cure mediche. Una volta a casa poi non trovò più né la moglie né i figli e quando andò a denunciarne la scomparsa trovò anche la forza per raccontare il clima di oppressione e sottomissione che aveva contraddistinto il suo rapporto familiare. Anni di soprusi e angherie in cui si era ritrovato ospite in casa sua, sempre frequentata da connazionali della donna che si comportava in modo autoritario e vessatorio. Offese continue, minacce, aggressioni anche col manico della scopa, persino riti voodoo contro di lui. E ancora quotidiane prevaricazioni per indurlo ad allontanarsi da casa, come quando la donna aveva messo un pannolino sporco sotto le lenzuola o gli aveva versato addosso del latte mentre dormiva. Persino alla presenza degli assistenti sociali arrivò a colpirlo alla testa.
Scene di violenza che sarebbero avvenute anche di fronte ai figli, davanti ai quali la figura paterna veniva schermita: «Visto che padre che avete? Le prende come voi, è un bambino». (gi.ro.)

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