Scoperto allevamento abusivo di cani, scatta la multa

Rimini

FAENZA. Mancata iscrizione all’anagrafe canina del Comune, omessa applicazione dei microchip e mancanza dei requisiti logistici e sanitari idonei a una corretta collocazione degli animali. Sono le carenze imputate a un anziano allevatore faentino, multato dalla polizia per 1.500 euro. L’uomo dovrà inoltre dare seguito a numerose prescrizioni per mantenere in futuro il possesso degli stessi cani.
I provvedimenti sono stati presi dal commissariato manfredo, in seguito a un controllo effettuato martedì mattina in un capanno di un’abitazione nella periferia cittadina. Gli agenti si sono mossi sulla base di una segnalazione anonima che indicava la presenza illegale di una ventina di cani in questa struttura.
Giunto sul posto insieme ai veterinari dell’Ausl e ad agenti della Pm, gli uomini del commissariato sono riusciti a contattare il figlio della proprietaria: ha affermato di avere in affitto da qualche anno la terra e il fabbricato della madre, ricoverata in una struttura per anziani, mentre gli animali appartenevano allo zio, residente poco distante.
Visti i continui latrati che provenivano dal capanno, l’affittuario del podere veniva invitato a tranciare il lucchetto che chiudeva la porta d’ingresso, in modo da permettere l’accesso degli operatori. Si scopriva così la presenza di un vero e proprio allevamento abusivo, composto da 13 cani di piccola taglia, tra i quali due cuccioli di uno-due mesi e una fattrice, appartenenti alle razze Shitzu, Barboncini nani, Cavalier king e Yorkshire. Sprovvisti di microchip, erano sostanzialmente in buona salute, ma ospitati in un ambiente privo di aerazione e con ciotole praticamente prive di acqua. Nel frattempo arrivava la figlia dell’anziano proprietario: dopo aver specificato che lei e il padre non erano certo «criminali tali da giustificare un simile dispiegamento di forze dell’ordine», alla fine comprendeva le sue responsabilità e decideva di collaborare, rendendosi anche disponibile ad assumere la proprietà dei cani e a trasferirli in un luogo idoneo alla loro permanenza, ossia presso l’abitazione del padre che, in gioventù, faceva proprio l’allevatore di cani.
Gli agenti decidevano poi di mettere i cani in sicurezza, fornendoli nell’immediato di microchip e trasferendoli tutti a casa dell’anziano uomo, dopo un sopralluogo per verificarne l’idoneità: si riscontrava, tra l’altro, la presenza di altri sette cani di razza, regolarmente intestati ai componenti della famiglia.
L’uomo alla fine dichiarava di essere il proprietario dei cani rinvenuti sin dalla loro nascita e, in tal modo, si rendeva destinatario delle contravvenzioni contestate nel corso del controllo amministrativo, consistenti appunto in circa 1.500 euro.

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