Almeno tre i dirigenti indagati

Rimini

RAVENNA. Sono almeno tre gli indagati nell’inchiesta che sta scuotendo la nuova Ausl unica di Romagna. Figure dirigenziali di vertice che hanno gestito un progetto di fusione sul quale la procura di Ravenna ha ora deciso di vederci chiaro.

E tra le carte e i documenti acquisiti nei giorni scorsi dai carabinieri su richiesta dei pm Angela Scorza e Monica Gargiulo, spunta anche un nuovo interessante filone d’inchiesta: quello legato alle cosiddette “indennità di funzione”; sia quelle che sarebbero state aggiunte agli stipendi di una parte dei 23 nuovi coordinatori nominati lo scorso luglio per la cosiddetta “riorganizzazione della direzione strategica”, sia quelle che sarebbero rimaste nelle buste paga dei dirigenti delle “vecchie” Ausl che di fatto, però, sono stati sollevati da quelle specifiche responsabilità.

Una scelta incomprensibile alla luce delle politiche di tagli e rigore che avrebbero dovuto ispirare la cosiddetta “Auslona”, ma soprattutto potenzialmente non conformi alle normative vigenti.

Perché continuare a riconoscere indennità di funzione a dipendenti per ruoli che ora non dovrebbero più svolgere? Questa la domanda che si stanno ponendo gli inquirenti impegnati nella “fase due” di un’inchiesta partita da un esposto dettagliatissimo arrivato lo scorso agosto in procura, esposto scritto da un profondo conoscitore del settore. Pagine che sollevavano interrogativi ripresi - sul piano politico - anche dal consigliere regionale di Forza Italia, Luca Bartolini, in diverse sue interrogazioni presentate nei mesi scorsi.

Ma l’attenzione degli inquirenti si sta concentrando non solo sulle figure dirigenziali di vertice, bensì mira a fare luce anche su posizioni professionali intermedie e su diversi incarichi temporanei più volte rinnovati nel tempo sempre alle stesse persone.

Erano incarichi davvero necessari? Sono stati sempre stati affidati a persone con profili professionali idonei? E poi resta il fronte delle spese legali. Oltre 440mila euro spesi in tre anni (dal 2010 al 2013) dalla sola Ausl di Ravenna che tuttavia dispone di un ufficio legale interno.

Ma questo sarebbe solo uno degli aspetti emersi, i settori analizzati dalla procura sono infatti anche altri. Procura che vorrebbe anche capire come sia stato possibile arrivare a un disavanzo di 20 milioni di euro in appena 8 mesi registrato dalla neonata Ausl unica.

Si tratta davvero di un buco maturato da gennaio ad oggi? Oppure era stato “trascinato” da un’Ausl vecchia (quella ravennate) dentro quella unica? In quel caso, oltre al problema economico, ce ne sarebbe anche uno penale: perché una delle condizioni preliminari essenziali per la fusione doveva essere il pareggio di bilancio di tutte e quattro le Ausl provinciali.

 

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