Pagamento a giugno? Niente interessi o multe

Rimini

FAENZA. Nessuna multa e nessun interesse aggiunto per chi decide di pagare la mini Imu entro il 16 giugno prossimo. Questo è quanto ha deciso il sindaco Giovanni Malpezzi assieme alla giunta nella giornata di ieri.

A dir la verità questo è il risultato del rinvio della delibera che il primo cittadino manfredo avrebbe voluto far passare in consiglio comunale lunedì scorso. Ma questa opportunità era stata bocciata in maniera definitiva dai revisori dei conti comunali.

«Dopo un sommario parere positivo arrivato dagli stessi nei mesi scorsi - ha sottolineato il primo cittadino - ora invece sono sorti problemi inerenti alla possibilità concreta di poter perseguire l’iter».

E il motivo è lo stesso Malpezzi a rilevarlo ufficialmente. «L’Imu relativa alla prima casa viene incassata dalla tesoreria nazionale (anche se poi torna nelle casse dei comuni)». Di fatto il progetto si è reso impossibile a causa delle coperture finanziarie generali.

Alla luce di questo sostanziale e inequivocabile niet politico-economico, il sindaco ha comunque deciso di spostare la decisione in sede di giunta.

Proprio ieri mattina l’esecutivo manfredo ha, infatti, firmato la delibera riguardante la possibilità che i faentini, che dovessero pagare la mini Imu entro e non oltre il 16 giugno, non incorreranno in sanzioni. Solo se si rispetta il limite del 16 giugno, dopo il “paracadute” lanciato da palazzo Manfredi, questa non avrà più efficacia.

«Una decisione - ha spiegato il primo cittadino - che reputiamo legittima visto che lo permette l’articolo 10 dello Statuto del contribuente». Stando ai numeri relativi alla mini Imu per Faenza, questa si aggira sugli 800mila euro. Quella sulla possibilità lasciata ai cittadini di slittare i pagamenti è così una «responsabilità diretta e consapevole» che lo stesso sindaco ha voluto prendere con determinazione.

Una scelta che però non sembra convincere le opposizioni. Per il consigliere del Nuovo centro destra, Alessio Grillini, «il rischio è che lo Stato si rivalga sul Comune per questa decisione. Se il sindaco non avesse portato la tassa al 5,8 ma l’avesse lasciata al 4 per mille, tutta questa confusione non si sarebbe verificata».

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