Don Desio torna a parlare al pm

Rimini

RAVENNA. Ha chiesto di parlare, ma ancora non si sa se sarà una confessione piena o solo mezze ammissioni in ottica processuale. Di sicuro oggi Don Desio tornerà a guardare negli occhi il pm Isabella Cavallari a sei mesi dal suo arresto per atti sessuali con minori e a tre dall’incidente probatorio nel corso del quale vennero ascoltati in ambiente protetto una decina di ragazzi che ebbero modo di frequentare l’ex parroco di Casal Borsetti negli anni passati.

Per i rapporti avuti con due di loro Don Desio è in carcere, ma durante l’inchiesta sono emersi incontri anche con un terzo ragazzino. Di lui Don John - come amava farsi chiamare su Facebook - non aveva mai parlato. Nemmeno quando in ben due occasioni aveva chiesto (prima al gip Rossella Materia e poi al tribunale del Riesame) la sua scarcerazione e l’affidamento a una struttura protetta in Umbria. In entrambi i casi, però, l’istanza del suo legale - l’avvocato Giambattista Cavassi - era stata rigettata.

A metà luglio i “ragazzi del Don” (tutti adolescenti di un’età attorno ai 15 anni) avevano confermato (in presenza di uno psichiatra) le accuse contro l’ex parroco, attualmente sospeso a divinis dalle alte gerarche ecclesiastiche.

Stando alla delicatissima inchiesta condotta dalla squadra mobile di Ravenna, Desio (ex direttore del settimanale della Curia Risveglio 2000) riusciva ad assoggettare quei giovani anche dal punto di vista psicologico; alternando con scaltrezza e lucidità il ruolo autorevole di parroco educatore e quello più seducente di confessore che deteneva i loro segreti. Un quadro che emerge in tutto il suo squallore anche da alcuni dei messaggi intercettati e finiti agli atti. L’inchiesta della polizia era cominciata grazie a un genitore che si era insospettito dopo aver letto alcuni post comparsi sul profilo Facebook del figlio nei giorni successivi all’incidente subito dal prete, finito con il suo Suv da 35mila dentro il canale di Casal Borsetti a fine febbraio. Parole di fuoco contro i giornalisti, affetto e stima per don Desio. Pensieri e parole stranamente adulte, ma soprattutto false. Anche perché a scriverle era lo stesso Desio. Un rapporto così contorto da far scattare le prime intercettazioni. In una di queste il parroco fa di tutto per poter ospitare durante le vacanze di Pasqua un adolescente che gli era già stato affidato in passato dai genitori. E quando si capisce che Desio meditava anche altro è scattato l’arresto.

 

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