La Corte d'appello conferma: 12 anni al pluriomicida che sparò all'avvocato

Rimini

RAVENNA. Dodici anni e un mese. Questa la pena in secondo grado per Primo Bisi, il pluriomicida 77enne a processo per il tentato omicidio dell’avvocato Francesco Manetti avvenuto nel settembre del 2012.

I giudici della Corte d’Appello di Bologna hanno accolto in pieno la richiesta avanzata dal procuratore generale Gianluca Chiapponi. In primo grado Bisi era stato condannato a 12 anni 8 mesi, la leggera riduzione della pena è dovuta al fatto che la parziale infermità mentale è stata allargata anche ai reati di evasione e detenzione illegittima di arma, mentre il capo d’accusa di violenza privata è stato assorbito da quello più grave del tentato omicidio. Tecnicismi che di fatto non cambiano la sostanza di una condanna pesante. Il 17 settembre del 2012 Bisi, armato di una sparachiodi appositamente modificata e di un’altra pistola detenuta illegalmente da anni, si presentò dentro lo studio legale di Manetti sotto falso nome. Arrivò in via Castel San Pietro da Filo di Argenta a bordo di uno scooter, violando gli arresti domiciliari (a casa del fratello) che gli erano stati concessi in attesa di scontare gli ultimi cinque anni di condanna per un duplice omicidio del 2001 in una struttura psichiatrica. Una volta rimasto solo nell’ufficio del legale estrasse l’arma e fece fuoco. Uno dei proiettili raggiunse il polmone di Manetti che si salvò per miracolo, anche grazie all’intervento di due colleghi che disarmarono Bisi, poi scappato in strada. Qui il pluriomicida venne rincorso dall’ex comandante della polizia municipale Bartolomeo Schioppa e dal commissario Paolo Claps che si trovavano per caso di fronte al Bar del Borgo San Rocco. Senza pensarci troppo lo inseguirono, Bisi prese allora la seconda pistola che aveva con sé, si voltò e sparò per due volte contro Claps. Per fortuna l’arma si inceppò e non ci furono altre vittime. Movente di quel tentato omicidio sarebbe stata una richiesta di pagamento avanzata da Manetti che lo aveva difeso una decina di anni prima, quando Bisi era stato condannato a sedici anni con rito abbreviato nel 2003, dopo una perizia che lo definì “incapace di intendere ma capace di volere”. Due anni prima a Savio aveva ucciso la moglie 67enne e un loro conoscente di 57 anni. Nel 1963 a Filo di Argenta aveva invece ucciso a sprangate un vicino di casa quarantenne. In entrambi i casi aveva detto di aver agito per motivi passionali. (c.d.)

 

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