Troppi ricordi e dolore, casa in vendita

Rimini

RAVENNA. Troppo dolore in quella casa e, dal giorno della tragedia, lì non ci sono più tornati: in vendita l'abitazione dei genitori del piccolo Gionatan. La dimora a Ponte Nuovo sulla Romea Sud, sotto la quale il piccolo venne investito e ucciso alla fine di giugno da un pirata della strada, era già in vendita da prima dell'incidente, ma ora i Lasorsa serrano i tempi e ricorrono agli annunci sul web. «Quella strada è troppo pericolosa e loro, in quella casa, non riescono a tornare: meglio dirle addio», spiega il nonno del piccolo. Intanto, i mesi passano ma il tempo non cancella le ferite: «Non doveva diventare un angelo», scrive a tre mesi dalla morte del figlio la mamma del piccolo Gionatan su Facebook.

Era il 22 giugno scorso quando Gionatan Lasorsa, nemmeno 3 anni, venne falciato sulle strisce pedonali da un pirata della strada mentre stava attraversando la strada con la madre Fabiola per rientrare in casa dopo una giornata di mare. In virtù di un divieto di sosta, per i genitori del bimbo era impossibile posteggiare sotto l'abitazione: erano invece obbligati a lasciare l'auto dalla parte opposta della carreggiata e ad attraversarla ogni volta, proprio lì dove il rettilineo diventa per alcuni automobilisti incauti un trampolino di lancio. Proprio per questo, poche settimane prima della tragedia, i due giovani genitori avevano già deciso di mettere in vendita la casa. Ma ora, passati tre mesi dalla morte del figlio, serrano i tempi e mettono gli annunci di vendita anche on line. «La strada non è sicura e quella zona a loro ormai fa paura - racconta il nonno paterno del piccolo Gionatan, Stanislao Lasorsa -: loro, poi, ancora sconvolti dal dolore, non sono più riusciti a farci ritorno. Lasciare quel posto è ora l'unica cosa che possano fare. Non appena saranno riusciti a venderla, si prenderanno un'altra casa e forse solo allora potranno provare a ricominciare davvero». A complicare le cose, anche la vicenda giudiziaria. Per quel terribile incidente venne arrestato, 36 ore più tardi, il 37enne bulgaro Krasimir Dimitrov: dopo un paio di mesi di galera, si “guadagnò” gli arresti domiciliari e ora spera in un patteggiamento a due anni e otto mesi. Ipotesi che la famiglia di Gionatan rifiuta totalmente. «Siamo nelle mani del giudice - si limita a dire il nonno del bimbo -: noi speriamo invece in una pena esemplare, ma tra di noi evitiamo di parlarne tanto è ancora il dolore. Quell'uomo vive a poca distanza da me... Non voglio pensarci. Noi stiamo solo provando a sopravvivere».

 

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