Crac Cmr, chiesto il processo per dodici

Rimini

RAVENNA. La Procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per 12 persone per il crac Cmr, cooperativa di Filo d'Argenta che costruì Marinara a Marina di Ravenna e Porto Reno a Casal Borsetti, fallita nel 2010 con attività economiche tra Ferrara, appunto Ravenna e mezza Italia, diventata negli ultimi anni la prima coop “rossa” di costruzioni del Ferrarese poiché erede del colosso Coopcostruttori, coinvolta anch’essa in un crac miliardario nel 2003.

Bancarotta fraudolenta per distrazione, dissipazione e preferenziale sono i massimi capi d’accusa contestati dal pm Nicola Proto. La richiesta di rinvio a giudizio verrà discussa il prossimo 13 novembre.

Una inchiesta durata oltre 3 anni, dalla dichiarazione di fallimento, avvenuta il 14 aprile 2011, su ordine del tribunale fallimentare di Ferrara che bocciò la richiesta di concordato preventivo. I principali indagati sono il direttore generale Pier Bruno Caravita (ex presidente di Seaser, società titolare della concessione demaniale di Marinara), il presidente del cda Giorgio Camilletti e Lauro Capisani, il vicepresidente cda, ora sotto accusa per bancarotta fraudolenta. Ai tre massimi dirigenti si sommano 4 persone che hanno - secondo l’ipotesi accusatoria - concorso nella bancarotta, acquisendo beni e quote dalla Cmr, in una sorta di svendita di fine stagione: sono il ravennate Paolo Conforti, presidente Gruppo Nettuno; Carlo Fossati in qualità di prestanome nelle operazioni di Paolo Conforti; Maria Giulia Scozzoli, rappresentante legale della società Marina Estate; e il ravennate Gianni Fabbri, presidente cda di Ecis coop, impresa di impianti elettrici, in affari con la Cmr di Caravita per la costruzione di un maxi albergo Holiday Inn.

Poi i cosiddetti indagati “minori”, 5 imprenditori che, consapevoli delle difficoltà di Cmr - sempre secondo l’accusa, portata avanti da procura e finanza - accettarono di essere favoriti nel pagamento di crediti che vantavano verso Cmr (da qui la contestazione della bancarotta preferenziale). Sono Piero Cecchini, riminese, responsabile amministrativo di Idrotermica e legale rappresentante di Estate Immobiliare; Romolo Rago, ravennate, rappresentante legale di Edilglobo; Sabato Nocerino, amministratore di Vega coop; Natalina Perri, rappresentante legale di Nuova Edil, e infine l’immobiliarista ravennate Attilio Gardelli, di Generali Investimenti. Tutti coinvolti questi ultimi in operazioni affannose da parte di Capisani e Caravita nel compensare i propri debiti verso di loro, con la cessione di beni patrimoniali fatti uscire, appunto dalle proprietà della coop di Filo d’Argenta.

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