Ferito da un vigilante dopo una rapina, muore in una clinica svizzera

Rimini

 

RAVENNA. E’ morto due anni dopo quel colpo andato male, anzi malissimo. Stefano Guerra era stato raggiunto al collo da uno degli otto proiettili sparati la notte del 15 marzo del 2012 da una guardia giurata a Lugo, in via Piratello. Guerra (padovano di 44 anni incensurato) quella notte guidava l’auto in fuga di un gruppo di ladri del Nord Est sceso nel Bassa Ravennate per far saltare in aria il bancomat della Banca di Romagna. Da allora era rimasto paralizzato su una sedia a rotelle, due anni di vita che si sono recentemente interrotti in una clinica svizzera dove l’uomo è stato anche cremato. Dopo una lunga riabilitazione nella clinica specializzata di Montecatone non era riuscito che a riacquistare l’uso parziale di una mano con la quale muoveva i comandi della sua sedia. A fine ottobre sarebbe dovuto comparire di fronte al gup del tribunale di Ravenna insieme a uno dei complici di quella “batteria” di professionisti nella veste di imputato con l’accusa di tentata rapina impropria.

Il presunto complice, Devis Bassanello di Castelfranco Veneto (Treviso), è finito nell’inchiesta dopo il ritrovamento di tracce di Dna a lui riconducibili nell’Audi Rs6 finita nel fosso dopo essere stata raggiunta da 4 colpi di pistola sparati dalla guardia giurata.

All’epoca il vigilante - un sessantenne dipendente di una società faentina - dichiarò di aver fatto fuoco per legittima difesa, spaventato da quell’auto che gli stava andando addosso a folle velocità pochi istanti dopo il terribile boato causato dall’esplosione dello sportello. Una versione dei fatti, però, non del tutto confermata dalla perizia balistica disposta dal pm Isabella Cavallari.

Secondo il consulente della procura almeno un proiettile sarebbe entrato dalla fiancata dell’auto, lasciando presupporre dunque che l’Audi in realtà si stesse allontanandosi dalla guardia armata. La vettura finì poi in un fossato, i complici (forse tre in tutto) scapparono a piedi nei campi, mentre Guerra rimase dentro l’auto in fin di vita.

Anche alla luce dei risultati di quella perizia i familiari del rapinatore avevano già avviato - prima della sua morte - una causa in sede civile chiedendo un risarcimento di 2milioni e 700mila euro al vigilante e quindi all’assicurazione dell’impresa faentina per la quale l’uomo lavorava all’epoca. Una battaglia legale di fronte al giudice civile che, per ovvi motivi, si profila lunga. Ma a fine ottobre davanti al gup del tribunale di Ravenna dovrà comparire anche la guardia giurata. Era accusato di tentato omicidio, accusa che dopo la morte di Guerra potrebbe cambiare fino a a diventare omicidio volontario o preterintenzionale. Condizionale d’obbligo in attesa che si chiariscano le circostanze della morte del 44enne avvenute, come detto, in una clinica svizzera.

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