Sofia Loren a sorpresa in casa della fan

Rimini

BRISIGHELLA. «“Ma quanto sei bella!”: mi ha detto proprio così, lei a me!». Sofia Loren a Mina Fabbri di Fognano. E’ tutto vero. «Ci siamo baciate: è stata affettuosissima, mi ha messo a mio agio: è stato il regalo più bello che poteva farmi». Non capita tutti i giorni ricevere la visita a casa di Sofia Loren, bere il caffè insieme, guardare le fotografie, ridere e fare salotto come due amiche di vecchia data.

L’incontro è avvenuto sabato pomeriggio in via La Pira a Fognano. E’ qui, in una villetta come tante, che Mina Fabbri abita con il marito. Lei è la più affezionata fan di Sofia Loren in Italia, non fosse altro per le migliaia di cimeli cartacei raccolti in circa 60 anni. Ritagli di giornale, fotografie, riviste, dischi, poster: «E da quando avevo 10 anni che li colleziono, ne ho la casa piena».

La Loren li ha voluti vedere e appena ha potuto ha fatto un salto a Fognano. Tanto era sulla strada. Era già stata a Forte dei Marmi, San Marino e doveva andare a Ginevra.

Con Mina si erano conosciute a Roma nel 2006 durante una mostra al Vittoriano dedicato all’attrice. «Io portai il mio materiale, lei i suoi abiti, i suoi premi e all’inaugurazione presi contatti con il manager che mi chiese se potevo mettere a disposizione la mia raccolta per altre occasioni». Ebbene sabato Mina ha ricevuto la telefonata del manager, Carlo Giusti: «Signora, è in casa? Vengo da San Marino e mi trovo a Faenza. Se c’è, passo a farle visita. Stiamo preparando una mostra in Messico e ci interessa avere il suo materiale». Mina non si aspettava certo che vi fosse pure Sofia Loren. «L’ho guidato al telefono dal casello dell’autostrada fino qua». Dalla macchina sono scesi in quattro: «Il manager con figlio, Sofia Loren e una signora che poi ho scoperto essere la donna che ha allattato i suoi bambini». La Loren indossava un abito a pantaloni nero di Giorgio Armani e un foulard in seta, fantasia, leopardato. «E’ altissima: è stato lì che mi ha detto quanto ero bella io. Mi ha emozionato tantissimo. Erano le 14.45, ci siamo messi a guardare 15 album di ricordi. Ho parecchi fotoromanzi: è rimasta colpita da un numero di “Sogno”. Il romanzo si chiamava “Non posso amarti” con Sofia Lazzaro e Corrado Alba. Mi ha raccontato perché la chiamarono Lazzaro, dopo Scicolone e prima di Loren. Fu un produttore che le disse “ti chiamerai Lazzaro perché sei tanto bella che fai resuscitare i morti”. Ci siamo messe a ridere, poi abbiamo fatto la pausa caffè. Mio marito non era in casa: è arrivato proprio in quel momento. Gli ho aperto la porta e gli ho detto: “C’è Sofia”. Lui mi ha guardato: “Sofia chi? La nipote di Giovanni?”. Mi sono un po’ vergognata, dall’altra stanza si è subito sentito ad alta voce “No! La Sofia Loren”. Era lei che aveva sentito tutto e aveva replicato».

La visita è terminata alle 17.45. Complimenti, scambi di doni: «Io le ho regalato tre bottigliette di colonia alla lavanda che avevo in casa, lei il libro scritto in occasione dei suoi 80 anni, con dedica. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e promesse di rivederci, forse in Messico».

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