Per uno stagionale su tre a rischio l'indennità di disoccupazione

Rimini

RAVENNA. Un’estate fredda e un autunno caldissimo all’orizzonte per migliaia di lavoratori stagionali. La pioggia di luglio e agosto ha infatti ridotto ai minimi termini il totale di giornate lavorative e ora almeno uno su tre rischia di non arrivare nemmeno a quelle necessarie per poter maturare il diritto alla cosiddetta “disoccupazione”. Un vero e proprio dramma per moltissime famiglie romagnole che tiene sulle spine Cgil, Cisl e Uil. Anche perché questa volta a rischiare, per la prima volta in tanti anni, sono non solo quelli che ambiscono all’ex disoccupazione ordinaria (oggi Aspi), ma anche chi puntava a raggiungere le tredici settimane piene di contributi pagati per avere poi diritto alla “Mini Aspi” (una volta conosciuta come “disoccupazione stagionale”). «Tra gli effetti negativi che il maltempo ha causato sul turismo romagnolo - spiega Roberto Cornigli, segretario provinciale della Filcams Cgil - questo è forse il meno conosciuto, ma è un aspetto che da diverse settimane ci preoccupa non poco perché coinvolge sempre più lavoratori. Luglio è stato un mese disastroso: 21 giorni su 31 sono stati caratterizzati dalla pioggia e di fronte a questi dati non ci sono margini di ripresa per il 2014, indipendentemente da come finirà agosto e settembre. Tuttavia non è solo il maltempo a generare questo disastro. Viviamo un momento di difficoltà economica che non permette ai cittadini di muoversi come una volta». Ma guardare il cielo la domenica mattina quest’anno non erano solo i bagnini: «Non abbiamo dati definitivi - spiega Cornigli - ma stimiano che almeno un trenta per cento dei lavoratori stagionali che nel 2013 hanno ricevuto l’indennità di disoccupazione stagionale quest’anno non riusciranno ad avere i requisiti. Del resto 13 settimane sono due mesi e mezzo e se contiamo che sono in aumento i contratti part time e quelli a chiamata quel limite non è certo facile da raggiungere. Ma problemi potrebbe averne anche chi punta a ottenere la disoccupazione ordinaria che prevede almeno 52 settimane lavorative in un biennio. Anche per loro c’è il rischio di non percepire nulla e in un territorio come il nostro si tratta di tantissime famiglie in ansia». Purtroppo dal sindacato arriva anche un allarme su un uso non proprio corretto delle forme più flessibili di contratto, tra cui proprio quello a chiamata.

«Sono sempre di più i casi di lavoratori che vengono chiamati a lavorare la mattina. Poi magari, in base al tempo, vengono pagati solo mezza giornata e quando comincia a piovere vengono mandati via».

Tra i territori più in sofferenza della provincia c’è proprio quello ravennate. «Rispetto a Cervia - spiega Cornigli - la costa ravennate sembra aver accusato di più l’andamento del meteo, mentre nell’entroterra le cose sono andate persino bene».

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