L'esame del Dna conferma: sono di Gionatan i capelli trovati sotto la Mercedes

Rimini

RAVENNA. I capelli trovati dalla polizia scientifica sotto la Mercedes grigia di Krasimir Dimitrov erano del piccolo Gionatan Lasorsa. A confermarlo è l’esito dell’esame del Dna disposto dal pm Isabella Cavallari su un campione pilifero prelevato all’indomani del sequestro dell’auto. Un dato scientifico che chiude definitivamente il cerchio delle indagini e che potrebbe persino spingere la procura a cambiare orientamento sul patteggiamento a due anni e otto mesi. Una pena sulla quale è stato trovato un accordo non ancora formalizzato e che dovrà comunque avere anche il consenso del gip prima di essere definitiva.

Il 37enne camionista bulgaro, al quale sono stati concessi recentemente i domiciliari, era stato arrestato poco meno di due giorni dopo quella tragedia avvenuta la sera del 22 giugno. Gionatan venne travolto e trascinato per circa 80 metri davanti alla propria abitazione dalla Mercedes di Dimitrov. Il tutto sotto gli occhi dei propri genitori. Poche ore dopo morì in ospedale dove arrivò in condizioni disperate. La Clk nera, nonostante le urla dei presenti, continuò la sua folle fuga imboccando persino un tratto di Classicana contro mano. In meno di 36 ore la polizia stradale riuscì comunque a stringere il cerchio su Dimitrov che, molto probabilmente grazie a un complice, cercò di eliminare eventuali prove dell’incidente lavando l’auto. Un lavaggio che però non servì a eliminare alcuni capelli del bambino rimasti incastrati tra il paraurti e le ruote anteriori. Subito dopo il suo arresto Dimitrov negò fermamente di aver a che fare con l’incidente poi - dopo circa un mese di detenzione - ammise solo di essere passato da Ponte Nuovo nelle ore della tragedia. Un dato, però, già oggettivamente accertato dagli inquirenti grazie all’esame delle celle agganciate dal suo cellulare e a diversi testimoni che lo avevano riconosciuto come l’uomo alla guida della Mercedes.

Quella mezza ammissione arrivò pochi giorni prima che il suo legale - l’avvocato Massimiliano Brugioni - presentasse la prima istanza per la concessione dei domiciliari, ottenuti a cavallo di Ferragosto. In tutto due mesi in carcere che, per Dimitrov, potrebbero anche essere gli unici. Ma su questo punto la legge lascia pochissimi margini alla procura. L’omissione di soccorso non è infatti considerata un’aggravante dell’omicidio colposo dal nostro codice penale. Lo sarebbe, invece, la guida in stato di ebbrezza, ma Dimitrov (essendo stato arrestato due giorni dopo) potrebbe essere considerato ubriaco solo su base testimoniale (e non con un referto dell’etilometro) e quindi per un valore massimo di 1,5 grammi litro. Insomma il calcolo della pena massima sarebbe alla fine di 4 anni, ridotti a 2 anni e 8 mesi dallo sconto di un terzo garantito dal rito alternativo. Ed è proprio di poche settimane fa la legge che rende il carcere “impossibile” per chi deve scontare pene inferiori ai tre anni.

 

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