Imprese pronte a nuovi licenziamenti

Rimini

 

RAVENNA. Persiste la situazione di crisi nel comparto metalmeccanico in provincia. Dal 2008 ad oggi si sono persi 1.500 posti di lavoro, mentre un migliaio di lavoratori beneficiano ancora degli ammortizzatori sociali. Nell’artigianato e nell’industria ci sono imprese che stanno già pensando a riorganizzazioni aziendali e licenziamenti.

A lanciare l’allarme è la Fiom Cgil Ravenna, che si sta preparando ad un autunno caldo, con un’iniziativa nazionale che verrà lanciata a fine settembre, in occasione dell’assemblea nazionale dei suoi delegati.

«La crisi nel Paese e nella provincia stenta ad allentare la morsa - afferma Milco Cassani, segretario della Fiom Cgil di Ravenna - ed è sempre più forte la richiesta che arriva dalle imprese di terminare l’uso degli ammortizzatori sociali, avviando processi di riorganizzazione aziendale con i conseguenti licenziamenti dei lavoratori considerati in esubero».

Da non sottovalutare, secondo il sindacato, anche il massiccio utilizzo della “paga globale”, che produce evasione fiscale e contributiva «attraverso forme di retribuzione accessorie molto fantasiose come, ad esempio, il pagamento di ore di lavoro straordinario sotto forma di trasferte, esenti da tassazione».

Secondo i dati dell’osservatorio provinciale della Cgil ai posti di lavoro già sfumati e alle ore di cassa integrazione ancora in corso, si aggiungano anche i tanti contratti in somministrazione che non sono stati rinnovati. «Questo vuol dire - prosegue Cassani - che non c’è lavoro. Ci sono micro-aziende, con meno di 10 dipendenti, che hanno già chiuso o che chiuderanno alla scadenza degli ammortizzatori sociali». In queste condizioni «siamo comunque riusciti, questa estate, a concludere due importanti contratti aziendali, uno alla Rosetti di Ravenna e l’altro alla Cisa di Faenza, che ci hanno consentito di rinegoziare importanti riconoscimenti per i lavoratori: avanzamenti per le condizioni dei precari, un riconoscimento e incremento del premio di risultato, riconoscimenti per quanto riguarda le ferie o certe forme di permesso, per la madre o per l’accudimento dei figli». Entro poche settimane riprenderanno anche i tavoli per il rinnovo del contratto aziendale con la Marini di Alfonsine, la Marcegaglia di Ravenna e la Gallignani di Russi. «Sono aziende in cui il contratto sta volgendo alla sua naturale scadenza, non ci sono lavoratori in cassa integrazione o a rischio di esubero - sottolinea Cassani -, ma in altri casi, in particolare nel comparto dell’artigianato o dell’industria, ci sono aziende che aspettano la conclusione della cassa integrazione per lasciare a casa un certo numero di lavoratori, destinati poi a restate disoccupati a lungo». Questo perché, ad avviso di Cassani, non siamo di fronte ad una crisi congiunturale, ma ad una profonda trasformazione del tessuto economico, che interessa anche la nostra provincia «per effetto della globalizzazione dei mercati e delle speculazioni finanziarie, che richiedono una visione più ampia rispetto alle singole vertenze sindacali e che chiama in causa le parti sociali ed il governo».

 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui