Sel in piazza a Russi per protestare contro il ritrovo di destra a Cortina

Rimini

 

RUSSI. In pochi nella zona ricordano un traffico sostenuto in via Santa Rosa come quello di ieri. Sulla stradina di campagna che si immette sulla San Vitale davanti al cimitero dell’abitato di Cortina, è stato infatti un via vai continuo per tutto il giorno di curiosi, avversari politici, fotografi e giornalisti. Tutti a guardare, scrutare, sbirciare la location del “Ritorno al Campo Hobbit”, come era stato pomposamente ribattezzato (richiamando i ritrovi organizzati dal Fronte della Gioventù) il raduno di simpatizzanti ed estremisti di destra in programma a partire dal pomeriggio.

I militanti si erano dati appuntamento in un casolare di campagna spesso dato in affitto dal proprietario per feste e cerimonie. Ma a differenza di quanto avvenuto un anno fa sempre nel Ravennate, quando un happening analogo era passato sotto silenzio, questa volta la notizia del raduno è trapelata anche per via degli inviti e delle locandine sul web.

E pur trattandosi di un ritrovo in uno spazio privato per il quale non necessitavano autorizzazioni, l’incontro - proprio al centro della “zona rossa” a cavallo tra Russi, Piangipane e Bagnacavallo - ha suscitato malumori e polemiche. Soprattutto per via delle immagini postate su internet dei vessilli e del “ring del camerata”, un’area delimitata da quattro pali e da una bandella bianca e rossa allestita per il corso di autodifesa che faceva parte integrante del cartellone della giornata.

Così alle proteste della vigilia del Pd e dell’Anpi, si sono aggiunte quelle dei militanti di Sel che hanno organizzato all’impronta un flash mob in piazza Farini a Russi. Una contromanifestazione a sinistra per stigmatizzare quella che è stata definita senza mezzi termini dal capogruppo Nicola Fabrizio «una squallida esibizione neonazista e neofascista» alla presenza di elementi «di Forza Nuova e altri gruppi dell’estrema destra razzista, revisionista, xenofoba e omofoba».

Mentre in via Santa Rosa erano in corso gli ultimi preparativi sotto l’occhio vigile della Digos (impegnata a scongiurare eventuali contatti tra opposte fazioni che nel pomeriggio non ci sono stati; l’unico fatto “anomalo”, se così si può definire, è stata la scomparsa di alcuni cartelli che indicavano il luogo del ritrovo), alle 16 sessanta persone si sono radunate in centro a Russi con cartelli e magliette rigorosamente rosse; un discreto numero considerando che tutto è stato organizzato in poche ore, in un sabato nel pieno delle ferie agostane e sotto un cielo plumbeo carico di pioggia.

Anche il Comune nella mattinata aveva espresso la propria contrarietà all’iniziativa «che si rifà - si legge in una nota del vicesindaco Lisa Cortesi - ad un’ideologia contraria ai valori della nostra Costituzione, ai fondamenti della Repubblica italiana e ai valori di riferimento della nostra Amministrazione che sono prima di tutto la cultura democratica e l’antifascismo».

Ma il ritrovo ha in qualche modo creato mugugni anche a destra, in particolare per l’accostamento di uno degli organizzatori (Raffaello Mariani) a Forza Nuova. Al punto che la segreteria del movimento si è smarcata rispetto alla paternità dell’evento; pur non escludendo «la partecipazione di militanti al raduno», la segreteria di Forza Nuova Romagna ha sottolineato come attualmente Mariani - a cui è stato riconosciuto «il buon lavoro svolto durante l’incarico» - sia estraneo al movimento pur avendone fatto parte fino a pochi mesi fa (dal novembre del 2013 è infatti subentrato come responsabile regionale Mirco Ottaviani).

Infastiditi dal clamore suscitato e dall’andirivieni di persone davanti al cancello oltre che per scongiurare possibili strumentalizzazioni, gli esponenti di destra (circa una trentina di persone in completo total black e capelli corti, alcuni con famiglia e bimbi al seguito) hanno chiuso le porte a estranei e curiosi, facendo entrare solo militanti e invitati al ritrovo, destinato a concludersi in serata con un doppio concerto.

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