Nonno e nipote muoiono nelle saline

Rimini

CERVIA. Lo ha portato alle saline di buon mattino. Una passeggiata alla scoperta della natura, quando ancora il sole non scotta, come aveva fatto altre volte. Un giro per ammirare la bellezza del paesaggio e fargli vedere i pesci e gli uccelli che popolano l’area naturalistica. Ma quell’angolo di paradiso si è trasformato in un inferno per nonno e nipotino. Finiti dentro a uno dei numerosi specchi d’acqua - un fitto reticolo collegato da un sistema di chiuse e canali -, non sono più riusciti a uscire.
Probabilmente, come viene ipotizzato dai carabinieri della compagnia di Cervia-Milano Marittima, a cadere per primo è stato il bambino, Thomas Moschini, di soli 17 mesi; e nel tentativo di salvarlo anche il nonno, Lorenzo Ferri, da tutti conosciuto come Renzo, avrebbe perso la vita. Non esclusa anche l’ipotesi di un malore che possa aver colpito l’uomo, data la giornata molto calda. Cadendo, l’anziano potrebbe aver trascinato con sé il bambino. Una volta finiti in acqua, i due non avrebbero avuto scampo. Pur non essendo particolarmente profondo, sul fondale dell’invaso è presente uno spesso strato di melma e fanghiglia che, come sabbie mobili, avrebbe impedito loro di raggiungere la riva o di aggrapparsi alle paratie di cemento.
A trovarli, in un dramma nel dramma, sono stati i familiari che, verso mezzogiorno, non vedendoli rientrare avevano allertato i carabinieri iniziando a loro volta le ricerche. Sapevano che erano diretti ai capanni delle saline. E lì si sono recati cercandoli in lungo e in largo. Quando i militari sono arrivati sul posto, si sono trovati di fronte ad una scena straziante, con la madre che teneva in braccio il figlioletto. A una manciata di metri dal punto in cui è stato trovato il bimbo c’era il corpo dell’anziano, recuperato dai vigili del fuoco intervenuti sul posto insieme al 118 e al magistrato di turno, il sostituto procuratore Cristina D’Aniello.
Stando a quanto ricostruito finora, nonno e nipote erano partiti da casa, situata nella zona della Malva dove l’uomo gestiva un’edicola-tabaccheria vicino alla chiesa, poco dopo le 8. Superata la Statale all’altezza del santuario della Madonna del pino, hanno imboccato via del Vallone, una strada sterrata che porta al cuore delle saline. Dopo aver superato un paio di sbarre ed aver raggiunto uno spiazzo a circa un chilometro dalla strada, l’uomo ha appoggiato la bici, ora posta sotto sequestro. In quel punto sorge un casolare abbandonato, al centro di un’oasi contraddistinta da pozze e canali separati da chiuse e strette lingue di terra. Ed è in un invaso circondariale che compone il sistema idraulico che serve a livellare l’acqua delle Saline che si è consumato il dramma. Una tragedia familiare senza testimoni.
I primi accertamenti effettuati dal medico legale avrebbero confermato che il decesso sarebbe avvenuto per annegamento. L’orario presunto della morte sarebbe a cavallo delle 9.30. In pratica, poco dopo che i due erano arrivati in quel punto.

 

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