Regione: si torna alle urne a fine ottobre o novembre

Rimini

BOLOGNA. Le elezioni per il nuovo presidente dell’Emilia Romagna si terranno tra la fine di ottobre e novembre. Lo ha affermato ieri il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta - a Bologna per un convegno - dopo le dimissioni annunciate dal presidente della Regione Vasco Errani, condannato per il caso Terremerse. «Comprendo la sua amarezza e naturalmente condivido la scelta di separare la sua vicenda personale e salvaguardare così l’istituzione Regione - ha commentato il ministro -. Per questo, va riconosciuto ancora un maggior apprezzamento da parte mia all’uomo Vasco Errani oltre che al presidente della Regione».

«Ieri all’inizio della Conferenza Stato-Regioni ho ringraziato fortemente il presidente Errani per tutto quello che ha fatto, almeno in questo breve periodo in cui ho avuto il piacere di conoscerlo, per il senso delle istituzioni e la correttezza istituzionale», ha aggiunto la Lanzetta. Sostituirlo, anche in quell’incarico, afferma l’esponente del Governo Renzi «è certamente un problema: Errani, ha fatto un lavoro veramente straordinario».

In casa Pd, dopo le fughe in avanti della prima ora sulle possibili candidature alla successione di Errani, ieri ha prevalso il richiamo a pensare alle idee più che ai nomi, mentre prende quota l’idea della primarie. Ma non solo: lo stesso segretario regionale Stefano Bonaccini - insieme alla capogruppo in consiglio regionale Anna Pariani - intende mandare in pensione il “listino” del presidente, presentando una proposta di legge ad hoc. «Bisogna indicare la doppia preferenza di genere ed eliminare il listino, perché sia davvero il territorio a eleggere tutti i cinquanta futuri consiglieri regionali». La proposta - che è stata presentata per i lavori della commissione Statuto di Giovanni Favia, in programma lunedì pomeriggio - è stata firmata anche dai capigruppo di Sel-Verdi e della Federazione della sinistra, Gianguido Naldi e Roberto Sconciaforni. Non è detto comunque che ci siano i tempi perché la proposta di legge, una volta approvata, venga applicata per il voto di novembre.

Il listino - la lista di nove consiglieri “nominati” dal presidente e non eletti nei collegi - è il tradizionale strumento per cementare le coalizioni al governo della Regione. Il Pd ha deciso di raccogliere il guanto di sfida lanciato dal presidente della commissione Statuto Giovanni Favia, da M5s e Lega, ma anche dai renziani. «I tempi per l’approvazione in aula ci sono. Chiediamo però al presidente Favia - dice la Pariani - di verificare presso gli uffici ministeriali se ci sono i tempi per applicare la legge fin dalle prossime elezioni. Temiamo che qualche difficoltà ci sia».

Quanto alle primarie - di coalizione - è probabile che la direzione Pd di oggi sul dopo-Errani non metta una parola definitiva su scenari ancora molto fluidi.

Lo scenario vede tanti possibili candidati alle primarie, chieste a gran voce soprattutto dai renziani della prima ora e dai prodian-civatiani. Un modo per ’’sfoltire’’ la rosa sarebbe puntare con decisione sulle primarie di coalizione, a cui si sono già idealmente “iscritte” Sel e Idv. In quel caso infatti il Pd non potrebbe proporre più di due candidati e sarebbe spinto a puntare con decisione su uno soltanto.

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