Il pirata cambia carcere per motivi di sicurezza

Rimini

RAVENNA. Krasimir Dimitrov, il 37enne bulgaro accusato di aver travolto e ucciso il piccolo Gionatan Lasorsa e di essere poi scappato dal luogo dell’incidente, da ieri è stato trasferito dal carcere di Ravenna a quello di Forlì per motivi di sicurezza. La direzione della casa circondariale di Port’Aurea ha ritenuto opportuno lo spostamento contro il quale sia la procura che il legale di Dimitrov hanno dato parere positivo. Nonostante non fossero giunte minacce esplicite da parte di altri detenuti, in questi giorni si era comunque creato un clima considerato “pesante” a causa del tragico coinvolgimento di un bambino nei fatti di cui il bulgaro è accusato e per il quale nei giorni scorsi il gip Antonella Guidomei ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Dimitrov, dal giorno in cui è entrato in cella (non era in isolamento) era comunque sottoposto a un regime di sorveglianza particolare. L’omicidio colposo non è un reato considerato “infame” ma la fuga e l’omissione di soccorso in presenza di un bimbo di soli tre anni ha creato malumori tra i reclusi. Ora Dimitrov si trova invece nel carcere di Forlì dove esiste una sezione “protetti”, la stessa dove dall’aprile scorso si trova anche Don Giovanni Desio, l’ex parroco di Casal Borsetti accusato di atti sessuali con alcuni minorenni, anche lui trasferito per motivi di sicurezza.

Nelle 14 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare il gip Antinella Guidomei ravvisa per Dimitrov sia il pericolo di fuga che quello di reiterazione del reato di fronte a un quadro probatorio pesantissimo.

Nonostante tutto Dimitrov - anche nel corso dell’ultimo colloquio avuto con il suo difensore (l’ avvocato Gianluca Brugioni) - continua a negare ogni accusa.

La sua versione dei fatti, però, non trova al momento riscontri. Il bulgaro ( da dieci anni residente a Lido Adriano) ha infatti dichiarato che a quell’ora si trovava nei pressi di Cervia perché stava cercando una prostituta con la quale appartarsi. Ma le ricerche degli inquirenti di testimoni o di telecamere che lo abbiano visto passare almeno di fronte a qualche stazione di servizio della statale 16 non ha però dato risultati.

Sono invece due le persone che lo hanno riconosciuto con certezza: c’è una ragazza che lo ha visto fuggire a bordo della Clk a Ponte Nuovo e c’è un uomo che lo ha persino seguito (prima dell’investimento) all’altezza di Porto Fuori, dove era stato notato mentre zigzagava in evidente stato di ebbrezza. Due sono anche le telecamere che immortalano la sua Clk grigia. Dopo quella di una banca di Ponte Nuovo, c’è anche quella di una stazione di servizio di fronte alla quale la Mercedes sfreccia poco dopo la tragedia. Ma il tassello decisivo al mosaico investigativo potrebbe arrivare dalla Scientifica tra qualche settimana. Sotto la Clk, infatti, sono stati ritrovati anche alcuni capelli ritenuti compatibili con quelli di Gionatan. Se l’esame del Dna confermasse quel dato l’inchiesta sarebbe di fatto chiusa. (c.d.)

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