Il giudice: può rifarlo, il pirata deve restare in cella

Rimini

RAVENNA. Resta dentro Krasimir Dimitrov, il 37enne bulgaro accusato di aver travolto e ucciso il piccolo Gionatan La Sorsa e di essere poi scappato dal luogo dell’incidente. Ieri il gip Antonella Guidomei ha disposto la custodia cautelare in carcere ravvisando nella sua ordinanza sia il pericolo di fuga che quello di reiterazione del reato di fronte a un quadro probatorio pesantissimo e che giorno dopo giorno sembra aggravarsi per il camionista residente a Lido Adriano. Anche nelle ultime ore infatti, si è allungata la lista dei testimoni che hanno fornito (anche spontaneamente) riscontri agli inquirenti.

Dimitrov, che nel corso dell’udienza di convalida si era avvalso della facoltà di non rispondere, aveva invece parlato eccome (per circa due ore) nel corso dell’interrogatorio che si era tenuto in presenza del suo legale (ora revocato) il giorno del suo arresto.

In quell’occasione il bulgaro aveva detto di non essere l’uomo alla guida della Mercedes Clk grigia che aveva investito Gionatan e che lui a quell’ora si trovava nei pressi di Cervia perché stava cercando una prostituta con la quale appartarsi. Un “alibi” fornito senza però dare nessun tipo di riscontro oggettivo. E anche le ricerche degli inquirenti di testimoni o di telecamere che lo abbiano visto passare almeno di fronte a qualche stazione di servizio della statale 16 non ha dato risultati. Gli inquirenti non scartano l’ipotesi che Dimitrov (ora difeso dall’avvocato riminese Gianluca Brugioni) abbia effettivamente raggiunto Cervia la sera di domenica, ma ritengono che lo abbia potuto fare dopo l’incidente costato la vita al bambino di soli 3 anni.

Al momento, però, l’unica ricostruzione dei fatti che ha trovato riscontri è quella che inguaia il bulgaro.

Sono due, infatti, le persone che lo hanno riconosciuto con certezza, ovvero indicandolo senza esitazioni in un book fotografico con altre 20 foto che ritraggono uomini della sua età con il capo rasato. C’è una ragazza che lo ha visto fuggire a bordo della Clk a Ponte Nuovo e c’è un uomo che lo ha persino seguito (prima dell’investimento) all’altezza di Porto Fuori dove era stato notato mentre zigzagava in evidente stato di ebbrezza. Due sono anche le telecamere che immortalano la sua Clk grigia. Dopo quella di una banca di Ponte Nuovo, c’è anche quella di una stazione di servizio di fronte alla quale la Mercedes sfreccia poco dopo la tragedia. In attesa dell’esito degli esami sui capelli ritrovati sotto l’auto sequestrata (secondo la procura potrebbero essere quelli di Gionatan) bisogna infine ricordare che il cellulare di Dimitrov aggancia nei minuti dell’incidente proprio una cella di Ponte Nuovo. E questo nonostante lui avesse negato di esserci mai stato. (c.d.)

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