Il pirata killer riconosciuto da due testimoni

Rimini

RAVENNA. Il presunto pirata della strada aveva bevuto. Lo aveva fatto in passato, dal momento che a suo carico risulta un precedente per guida in stato di ebbrezza risalente al 2008 quando venne fermato dai carabinieri di Comacchio (episodio che però non risulta dal casellario). E lo ha fatto anche domenica.

Gli inquirenti hanno infatti sentito la barista del locale dove ha trascorso il pomeriggio insieme ad altri connazionali. Un pomeriggio scandito da più di un brindisi. Stando a quanto raccontato dalla donna, quel giorno avrebbe «bevuto una decina di birre» a cui ha aggiunto anche alcuni «gin fizz», un cocktail a base di gin e soda. E che fosse parecchio su di giri lo hanno confermato anche gli amici e i conoscenti che si trovavano con lui. Sentiti a loro volta, hanno raccontato di averlo accompagnato a casa perché «non si reggeva in piedi».

Una volta rincasato Krasimir Dimitrov, il bulgaro 37enne arrestato per la fuga dopo un incidente con esito mortale e in stato di fermo per omicidio colposo, è però uscito raggiungendo la sua auto, una Mercedes Clk formalmente intestata alla madre ma di fatto nella sua disponibilità.

E in quelle condizioni si è messo alla guida falciando il piccolo Gionatan davanti agli occhi dei genitori e del fratello, trascinandolo per un’ottantina di metri prima di abbandonare il corpicino sull’asfalto e allontanarsi.

Dimitrov, che alla presenza del suo difensore, l’avvocato Francesco De Angelis, è stato interrogato per un paio d’ore martedì pomeriggio in questura, di fronte agli inquirenti ha negato di essere il responsabile. «Non c’entro, quel giorno ero fuori città» ha affermato, sostenendo di essere stato altrove e fornendo riscontri (in corso di accertamento) a dimostrazione della sua estraneità.

Una versione che però stride non solo con le immagini delle telecamere della banca che avrebbero immortalato il passaggio della sua vettura a Ponte Nuovo negli attimi immediatamente precedenti all’impatto, ma soprattutto con quella fornita da due testimoni che lo hanno visto al volante della Clk guidare in modo pericoloso mentre si aggirava non lontano da via Romea sud. Testimoni che nella mattinata di ieri lo hanno riconosciuto indicandolo come la persona che si trovava alla guida.

Intanto mentre dalla Bulgaria sono arrivati alcuni parenti dell’arrestato che dovrà comparire davanti al gip per l’udienza di convalida, i genitori del bambino si sono rivolti all’avvocato Manuela Mengucci. I familiari del piccolo sono in attesa che la Procura disponga il nullaosta per il funerale, che potrebbe essere celebrato tra domani e sabato. Il condizionale è però d’obbligo dal momento che prima dovrà essere effettuata l’autopsia.

Inizialmente programmato per martedì, alla luce della svolta presa dalle indagini che hanno visto mobilitati nella caccia all’uomo durata oltre 30 ore uomini della Stradale, della Mobile, della Municipale e dei carabinieri del Roninv, l’accertamento è stato rinviato a oggi; ad eseguirlo sarà l’anatomopatologo imolese Roberto Nannini. (gi.ro.)

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