Botte fuori dal cinema per rubare un cellulare

Rimini

RAVENNA. Avevano aggredito un coetaneo sottraendogli il telefono cellulare e il portafogli all’uscita del Cinemacity.

E quando la vittima presa di mira aveva cercato di riappropriarsi dei propri effetti personali, erano passati alle vie di fatto, colpendo il ragazzo con una violenta testata al volto per impedirgli di rientrarne in possesso.

L’aggressione a marzo. In seguito all’episodio, avvenuto nel marzo scorso nella zona della multisala di via Secondo Bini, nei confronti di tre giovani sono scattate altrettante misure cautelari: due di loro, un sedicenne e un diciassettenne di origine senegalese, sono stati sottoposti all’obbligo della permanenza in casa mentre nei confronti del terzo componente del gruppo, un diciasettenne originario della Tunisia, è stato disposto l’accompagnamento nel carcere minorile di via del Pratello a Bologna.

Non era la prima volta. Una misura particolarmente severa quella disposta dal gip presso il tribunale dei minori anche in considerazione di analoghi episodi di violenza di cui i giovani si erano resi responsabili precedentemente. Insomma, non era la prima volta.

Già denunciati, l’autorità giudiziaria ha ritenuti necessario impedire il ripetersi di ulteriori episodi adottando le misure cautelari eseguite dalla polizia.

Quando si verificò l’episodio, in prima battuta intervenne il personale delle Volanti; sulla scorta dei primi elementi raccolti era poi stato interessato l’ufficio minori della Divisione anticrimine.

Le indagini avviate hanno permesso di identificare e rintracciare i tre responsabili, a cui sono stati contestati i reati di rapina aggravata in concorso e lesioni personali.

Testata in faccia: in manette un 17enne. Alla luce dell’accaduto sono quindi stati emessi i provvedimenti; in quanto individuato come il materiale esecutore della testata all’indirizzo del coetaneo, nei confronti del 17enne tunisino è stata applicata la misura più grave.

Ad eseguire il provvedimento sono stati gli uomini della Squadra mobile della questura di Ravenna che ha provveduto contestualmente ad informare i genitori dei ragazzini finiti nei guai.

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