Quattro su 10 dichiarano meno di un operaio

Rimini

RAVENNA. Quattro ravennati su dieci dichiarano meno di operaio, due su tre non arrivano a 25mila euro annui. Uno su quattro si dice povero. E i “Paperoni” sono poche centinaia (800), anche se da soli fanno un tesoretto da 162 milioni di euro. A scorrere i dati delle dichiarazioni dei redditi Irpef del 2013 per il comune di Ravenna appena pubblicati dal Ministero alle Finanze, le sorprese non mancano. Il reddito medio cittadino si attesa sui 21mila euro, non troppo distante da quello del resto del Paese (fermo a 20mila), ma vincono gli eccessi: tanti quelli che dichiarano poco, pochi quelli che dicono di guadagnare tanto; ma la fascia più rappresentata rimane quella che porta a casa quanto un dipendente: tra i 15mila e i 26mila euro. Loro sono 40mila (altri 48mila si dicono più poveri), ma tra di loro non mancano gli imprenditori.

Beata povertà. Su una popolazione di circa 160mila abitanti, i contribuenti sono esattamente 122.752. Di questi, quasi 89mila dichiarano meno di 25mila euro: i due terzi della popolazione. Nel dettaglio e fascia per fascia, in 520 giurano al Fisco di guadagnare zero o meno di zero, e oltre 30mila persone stanno nella fascia di reddito sotto i 10mila euro. In 18mila portano a casa tra i 10mila e i 15mila euro, mentre altri 30mila vantano la dichiarazione dei redditi media di un operaio specializzato, tra i 15 e i 26mila. Insieme, però, questi fanno la stragrande maggioranza dei contribuenti ravennati. Per loro, quasi 90mila in tutto, la paga (dichiarata) non supera lo stipendio di un operaio specializzato, attorno ai 1.100 euro al mese netti. Mille e duecento se con figli a carico. Il resto, tasse.

Pochi, ma ricchi. Certo, i ricchi non mancano, ma sono pochi. Sono 800 in tutto i ravennati che dichiarano oltre 120mila euro: per l’esattezza, tutti insieme nel 2013 hanno dichiarato 162 milioni e mezzo di euro, per una media di oltre 200mila euro a testa. Vale a dire che, appena in 800, portano a casa la ricchezza dei 30mila lavoratori stagionali o precari che, in città, dichiarano meno di 10mila euro. Stanno bene anche i 1.723 ravennati che dichiarano tra i 75 e i 120mila euro, per un ammontare di reddito lordo da 157 milioni di euro. Sono invece 2.300 quelli che giurano al Fisco di guadagnare tra i 55mila e i 75mila euro, per un tesoretto da 146 milioni. Si allarga a dismisura la forbice quando la fascia cala anche solo di uno scalino: contro i 2.300 contribuenti che dichiarano più di 55mila, sono dieci volte tanto quelli che dichiarano appena meno di quella cifra. Tra i 55mila e i 26mila euro “stanno” ben 25mila contribuenti ravennati.

Disuguaglianze. Stando al calcolo che l’ingegnere ravennate Franco Morelli (altro articolo in pagina) ha fatto di tutti i redditi d’Italia, il Comune di Ravenna è linea con la disuguaglianza di reddito del resto del Paese. In generale, in Italia, il coefficiente Gini racconta di come la ricchezza sia distribuita male: nello specifico, tra due cittadini italiani c’è in media una distanza di reddito disponibile pari al 34 per cento del reddito medio nazionale. Lo stesso vale per Ravenna che ha il coefficiente pari a quello medio italiano, vale a dire 0,34. In provincia, le disparità maggiori le vanta il Comune di Lugo (coefficiente di Gini pari a 0,37).

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