«Uccise la moglie», disposto l'obbligo di dimora

Rimini

 

RAVENNA. La Corte d’Appello di Bologna ha disposto ieri la misura restrittiva dell’obbligo di dimora per Marco Cantini, il 42enne di Lugo condannato il 4 aprile scorso a 23 anni e sei mesi di carcere per l’omicidio della moglie 24enne cubana Yanexy Gonzalez Guevara il cui corpo venne ritrovato il 2 settembre del 2008 in un pozzo nelle campagne di Passogatto. Cantini non potrà più uscire di casa dalle 21,30 di sera fino alle 6 del mattino.

Ma per lui la procura generale aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, con un’istanza presentata appena quattro giorni dopo la sentenza di secondo grado che aveva ribaltato quella d’assoluzione emessa dalla Corte d’Assise di Ravenna.

«E ora che succede? - aveva chiesto Cantini all’avvocato Giovanni Scudellari - andrò in carcere?».

Il suo legale l’aveva rassicurato ricordandogli che la partita in cassazione è ancora aperta, tuttavia aveva poi apertamente dichiarato alla stampa locale che il suo assistito avrebbe atteso l’ultimo verdetto nella sua casa di Passogatto e che non aveva certo intenzione di fuggire dall’Italia, cosa che avrebbe potuto fare dopo l’assoluzione in primo grado arrivata nel dicembre del 2012 dopo un anno e mezzo di carcere in custodia cautelare.

Ma la Corte d’Assise d’Appello non è stata dello stesso parere, anzi. Secondo i giudici pur non essendoci più né un rischio di inquinamento delle prove, né quello di una reiterazione di reato ci sarebbe invece un pericolo concreto di fuga dell’imputato: «La recente decisione di condanna a pena detentiva particolarmente severa - scrivono i giudici - rende “nuovo” e marcato il pericolo di fuga, dinanzi a una prospettiva di carcerazione». Secondo i giudici inoltre Cantini potrebbe essere agevolato a prendere una decisione di fuga anche «dalle sue possibilità economiche e dal suo consesso familiare».

Le motivazioni della sentenza di condanna del 42enne di Lugo non sono ancora state depositate (la Corte ha chiesto tre mesi di tempo ndr), tuttavia dall’ordinanza che ha disposto l’obbligo di dimora si capisce per la prima volta per quali reati Cantini sia stato condannato e soprattutto emerge anche che i giudici l’abbiano ritenuto colpevole anche della premeditazione. L’unico reato non commesso, secondo la corte, sarebbe stato quello dell’occultamento di cadavere. Aspetto che, a questo punto, rende più che probabile una ricostruzione che vedrebbe Cantini gettare la moglie nel pozzo quando era ancora in vita.

 

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