Schianto sulla Romea, morto un altro ragazzo

Rimini

RAVENNA. Dopo quello di Lorenzo Felletti, anche il cuore di Federico Giaretti ha cessato di battere. Ricoverato in condizioni disperate dopo l’incidente di mercoledì scorso sulla Romea dir, il giovane - che viaggiava sul sedile anteriore della piccola utilitaria finita sotto il rimorchio di un camion in manovra - è deceduto nel pomeriggio di ieri al Bufalini dove era stato ricoverato d’urgenza per le gravissime lesioni riportate nello schianto. Se la caverà invece in sessanta giorni la ragazza, a sua volta portata all’ospedale cesenate, che viaggiava sul sedile posteriore; lesioni di media gravità per l’altro giovane del gruppo, ricoverato a Ravenna. Si allunga così la scia di lutti dopo la morte di Lorenzo Felletti, il 22enne deceduto sul colpo in occasione del terribile impatto. I funerali del ragazzo - che lascia padre, madre e una sorella - non sono ancora stati fissati.

La comitiva di amici, tutti bolognesi residenti nel quartiere San Donato, era diretta verso il mare. Avevano infatti deciso di trascorrere il ponte festivo sul litorale. Ma ad una manciata di chilometri da quella che era la loro destinazione, è avvenuta la tragedia. All’altezza dell’agriturismo Cà Bruna la Fiat 600 sulla quale viaggiavano, intestata ad un parente del conducente residente nel Forlivese, si è infilata sotto il rimorchio di un mezzo pesante che stava uscendo dal parcheggio del ristorante. L’autotrasportatore, diretto verso l’Adriatica, aveva impegnato l’intera sede stradale e stava per terminare la manovra quando si è verificato l’impatto. Cause e dinamica sono al vaglio degli agenti della polizia municipale. Ma sotto accusa finisce ora la sicurezza di quel punto (In quel tratto, infatti, la strada passa da quattro a due corsie ed è consentito l’attraversamento a raso) dove già nel 2001 in un incidente analogo aveva perso la vita un 60enne di Russi. La tragedia di mercoledì ha spinto il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi a richiamare «l’urgenza di realizzare una viabilità alternativa a questa strada, da anni non più in grado di sopportare l’intero traffico di comunicazione tra la nostra città e il nord-est d’Italia. Non ci si può opporre, almeno sul tratto ravennate, a qualsiasi soluzione, senza continuare a pagare un tributo altissimo di vite umane, oltre al danno che l’economia locale, fortemente basata sul porto e sul turismo, subisce dalla pericolosità del transito veicolare su tale arteria».

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