Nessun procedimento disciplinare per l'infermiera

Rimini

RAVENNA. E’ indagata per omicidio volontario, ma nei suoi confronti l’Ausl non ha avviato alcun procedimento disciplinare. Si indaga sulla possibilità che abbia ucciso un’anziana, iniettandole potassio o altro, eppure l’azienda sanitaria le ha già comunicato che - a meno che non ci sia nel frattempo una svolta nelle indagini - al termine delle ferie, i primi di maggio, rientrerà in servizio. Non nel reparto dove ha lavorato fino a metà aprile, ma di certo nello stesso ospedale. «Dove verrà collocata, ancora non è stato deciso», fa sapere in via informale l’Ausl, ma dall’azienda sanitaria, sulla vicenda dell’infermiera indagata per la morte di Rosa Calderoni, non esce uno spillo. Silenzio tombale.

Così come silenti sono stati proprio coi famigliari di Rosa, la 78enne morta nel corso del ricovero a Lugo, l’8 aprile scorso, e sulla quale sono poi partiti gli accertamenti sfociati nell’esposto in Procura nei confronti dell'infermiera. «Il pomeriggio prima che morisse non erano stati rilevati problemi o altro – ricorda l'avvocato della famiglia di Rosa, Maria Grazia Russo – e ragioni del decesso, non ne sono state date. E' stata chiesta loro l'autorizzazione per l'autopsia, e poi il nulla. Tant'è che i figli di Rosa avevano già organizzato, e poi disdetto, i funerali. Noi non abbiamo un certificato di morte, non abbiamo nulla. Dall'Ausl nessuna spiegazione».

Intanto la Procura va avanti a testa bassa.

L’indagine è delicata e verrà completata nel più breve tempo possibile, assicurano dal Palazzo di giustizia, tanto che le attività di indagine sono andate avanti anche a Pasqua e Pasquetta.

La donna non è stata ancora convocata per l’interrogatorio, ma questo perché si cerca prima di tutto di acquisire tutta la documentazione necessaria all’esame dei 38 decessi registrati dall’inizio dell’anno in quel reparto quando era di turno la donna.

Oltre che sul decesso di Rosa, dubbi sono intanto emersi anche su altri due decessi, avvenuti pochi giorni prima. Massimo riserbo, in Procura, sulle due salme: ad oggi, la loro riesumazione non è stata ancora disposta, ma gli inquirenti non escludono sia comunque necessaria. Solo quando gli esami clinici avranno chiarito le cause della morte di Rosa e, in caso, almeno degli altri due decessi, il pm Angela Scorza, titolare dell'indagine, convocherà l’infermiera indagata. Per il momento, non c’è aria di sospensione: i tempi non sono maturi per una sospensione cautelare, vista la mancanza di misure particolari nei suoi confronti, ma nemmeno è stato aperto un procedimento disciplinare.

L’unica accortezza, per il momento, è quella di tenerla lontana, se non dal lavoro, di certo da quel reparto. (p.c.)

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