Quando c'era l'infermiera 80% di decessi in più

Rimini

 

RAVENNA. Si infittisce il mistero attorno al caso dell’infermiera indagata per omicidio volontario: altri due casi di morti sospette all’ospedale di Lugo sono al vaglio degli inquirenti. Si tratta di due anziani deceduti tra il 4 e il 5 aprile scorso, a poche ore di distanza tra loro e sempre in orari in cui la stessa infermiera era di turno.

Sarebbe stato anche quel duplice episodio - considerato sospetto o quanto meno anomalo da parte dell’Ausl - ad aumentare l’attenzione attorno all’attività della donna. Donna che, come noto, era poi in servizio anche l’8 aprile quando cessò di battere il cuore della 79enne di Russi Rosa Calderoni. L’anziana era stata ricoverata pochi giorni prima per un malore che non sembrava particolarmente grave.

A quel punto l’Ausl decise di avviare prima un’indagine interna e poi di rivolgersi alla procura con una denuncia in cui compariva il nome della propria dipendente.

Il primo atto di indagine, oltre all’autopsia eseguita su Rosa Calderoni dal medico legale Vito Cirielli con l’obiettivo di trovare eventuali tracce di potassio, è stato quello di acquisire 38 cartelle cliniche.

Di chi sono quelle cartelle?

Si tratta di tutti i pazienti che, dal primo gennaio 2014, sono morti all’ospedale di Lugo in orari in cui era in servizio l’infermiera ora al centro dell’indagine del sostituto procuratore Angela Scorza.

Un dato che appare oggettivamente notevole, soprattutto se si confronta con un altro: quello del numero di morti avvenute complessivamente in tutti gli altri turni. In questo caso si parla di 21 morti, ovvero quasi la metà.

Ciò significa che quando l’indagata era al lavoro nel suo reparto il numero di decessi è stato dell’80% superiore rispetto ai periodi in cui l’infermiera non c’era.

Bisogna poi aggiungere che in tutto i decessi all’ospedale di Lugo nel 2014 sono stati in tutto 83.

Semplice casualità? Banale sfortuna? O ci sono altre variabili che hanno inciso?

Su questo si stanno concentrando le indagini dei carabinieri del Reparto Operativo diretti dal colonnello Antonio Sergi.

Il pm Scorza al momento non ha ritenuto opportuno interrogare l’indagata che potrebbe però in futuro chiedere di essere sentita per dare una propria versione dei fatti, “spiegare” o eventualmente anche contestare quei numeri che sono stati forniti dall’Ausl. Il tutto in attesa del dato più importante: c’erano concentrazioni di potassio anomale nel corpo di Rosa Calderoni? Se lo chiedono gli inquirenti, i familiari della donna e ora anche altre 38 famiglie.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui