Task force in Diocesi contro gli abusi

Rimini

RAVENNA. La diocesi, ancora sconvolta dalle vicende legate a don Desio, corre ai ripari: il vescovo Lorenzo Ghizzoni, dopo le regole “anti-pedofilia”, ora fonda anche la task force contro gli abusi. Si chiama “equipe diocesana per la tutela dei minori” e conta al suo interno, oltre al vicario e un parroco, un civilista e un canonista, anche una psicoterapeuta, una neuropsichiatra infantile e una giurista, tutte mamme. A darne notizia, lo stesso vescovo, ieri sera durante l'omelia pronunciata in Cattedrale per la messa del Crisma, la prima del triduo pasquale. La chiesa ravennate deve riprendersi, rinascere, ha detto il monsignore, e lo deve fare attraverso un percorso di «rinnovamento spirituale»: «Ci aiuterà un modo rinnovato di celebrare l’Eucaristia: vi chiedo quindi più messa, più partecipata e comunitaria, e meno messe - ha detto -. E un maggiore raccordo tra le parrocchie piccole», assieme a un ritorno, anche per i sacerdoti, «alla confessione regolare e all’accompagnamento spirituale in tutti i momenti nei quali la vocazione si fa più difficile». Concetti già espressi anche la scorsa settimana quando la guida della curia ravennate aveva chiamato a raccolta i suoi sacerdoti proprio per raccogliere le forze “contro” il caso don Desio. A loro aveva presentato le linee guida della Cei contro gli abusi sessuali anticipando il “vade mecum” degli atteggiamenti da tenere a tutela dei minorenni. Ma la vera novità è la task force di esperti. «L’equipe - ha spiegato ieri sera in Cattedrale - sarà di aiuto al vescovo, ma anche ai parroci, ad altri responsabili parrocchiali o ai genitori, sia per la prevenzione, sia per la valutazione e le decisioni da prendere qualora ci si trovasse di fronte a notizie di comportamenti ambigui o sospetti verso i minori». Poi, la consolazione che, nelle parole di monsignor Ghizzoni, farebbe da contrappasso alla turpe vicenda di don John. «Una donna, Simona, di Ravenna dopo qualche anno di preparazione è stata consacrata nell’Ordo Virginum - ha annunciato -. Una vocazione nuova per la nostra Chiesa diocesana, anche se in tante diocesi d’Italia si è già diffusa. La data della celebrazione del rito di consacrazione era stata spostata ma provvidenzialmente è andata a situarsi negli stessi giorni dell’arresto di don Giovanni».

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