Don Desio, nuovo blitz in canonica

Rimini

RAVENNA. Nella tarda mattinata di ieri la polizia è tornata a Casalborsetti per un nuovo sopralluogo nella canonica chiusa ormai da dieci giorni, da quando cioè il 5 aprile scorso gli uomini della Squadra mobile guidati dal dirigente Nicola Gallo avevano arrestato don Giovanni Desio notificandogli il provvedimento restrittivo emesso a suo carico dal gip Rossella Materia con la pesantissima accusa di atti sessuali su minori e adescamento.

Un accertamento che era nell’aria da qualche giorno, al quale hanno preso parte il sostituto procuratore Isabella Cavallari e il difensore del sacerdote, l’avvocato Battista Cavassi, oltre ovviamente al personale della seconda sezione e ai colleghi della Scientifica.

Nel pomeriggio sono giunti anche i cinofili della seconda sezione del Reparto mobile di Bologna. Un surplus di indagine con l’impiego dei cani antidroga che doveva servire a verificare la validità di spunti e intuizioni investigative che avevano trovato spazio nell’ambito della delicatissima inchiesta, definita in modo netto dal procuratore capo Alessandro Mancini come «un’operazione chirurgica antipedofila».

Iniziata poco prima delle 13, l’ispezione nella canonica sigillata si è protratta fino al tardo pomeriggio. Da quanto trapelato non sarebbero emerse finora novità di rilievo. I cani non hanno fiutato nulla di anomalo, ma l’occasione è servita agli inquirenti per effettuare una più approfondita indagine nell’appartamento del sacerdote e per acquisire parte del materiale che in occasione del primo sopralluogo non era stato possibile prelevare. Sono quindi stati sequestrati cd, dvd e videocassette (presenti in gran numero nell’ambito di una videoteca personale ben fornita e molto varia essendo il parroco un appassionato della settima arte che si definiva critico cinematografico) oltre a supporti informatici. Tutto materiale che dovrà ora essere analizzato.

Nel frattempo l’attività prosegue attraverso l’audizione di altri genitori e di altri minori; nei prossimi giorni saranno sentite altre persone che andranno ad allungare la lista di quanti sono stati ascoltati finora. Colloqui che avrebbero fatto emergere nuovi inquietanti particolari su cui si cercano riscontri. Episodi e sospetti che andrebbero ad aggiungersi agli elementi contenuti nelle intercettazioni che hanno portato gli inquirenti a ricostruire legami inopportuni tra il parroco e alcuni dei “ragazzi del don”, ovvero il gruppo di giovani che negli anni sono gravitati attorno alla chiesa del paese. Finora è stato percorso a ritroso un periodo temporale fino al 2005 anche se in modo non ancora completo. Nel frattempo don John come amava farsi chiamare il prete, è ancora rinchiuso nel carcere di Forlì dove è stato trasferito dalla casa circondariale di via Port’Aurea.

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