Paziente morta in ospedale, infermiera indagata per omicidio volontario

Rimini

RAVENNA. Un’infermiera dell’ospedale di Lugo indagata per omicidio volontario, una 80enne ricoverata in quell’ospedale morta in maniera sospetta lo scorso martedì, tracce di potassio fuori dal normale emerse dall’autopsia e quasi 40 cartelle cliniche relative ad altrettanti decessi che sono state sequestrate dalla procura per quella che potrebbe essere solo l’inizio di un’indagine che potrebbe portare persino alla riesumazione di alcune salme.

Sono questi gli elementi principali della clamorosa inchiesta che sta conducendo in queste ore il sostituto procuratore Angela Scorza. Un’indagine cominciata quasi per caso la scorsa settimana dopo l’esposto presentato dall’Ausl all’indomani della morte di un’anziana lughese che era da tempo ospite di una casa di riposo e che è deceduta in ospedale l’8 aprile. La donna - alle prese con problemi di salute dovuti principalmente al diabete - era stata ricoverata per un malore che, in un primo momento, non sembrava particolarmente grave. Eppure, pochi giorni dopo, l’ottantenne è morta. Per capire le cause dell’arresto cardiocircolatorio che aveva causato il decesso l’Ausl aveva disposto un’indagine interna che ha evidenziato un valore considerato sospetto di potassio nel sangue della donna.

Il potassio è purtroppo una sostanza tristemente nota agli inquirenti perché è in grado di provocare prima asistolie e poi veri e propri attacchi cardiaci che possono rivelarsi fatali nel caso in cui si tratti di degenti già in precarie condizioni o in età avanzata.

Ma il potassio ha anche una seconda caratteristica: tende a svanire velocemente nell’organismo e può essere rintracciato solo se le analisi vengono svolte a ridosso della morte.

Anche per questo nei giorni scorsi la procura - alla luce degli esami disposti dall’Ausl - ha incaricato un medico legale di Verona, il dottor Vito Cirielli, di eseguire una nuova perizia sul corpo dell’anziana, questa volta come “accertamento tecnico irripetibile”. Ed è per questo che la procura ha inviato un avviso di garanzia all’infermiera che, stando ai primi accertamenti, avrebbe seguito nelle ore del malore fatale la vittima. Anche lei ora potrebbe avvalersi di un consulente, così come le potenziali parti offese, ovvero i figli della donna che - già sconvolti per la perdita della madre - solo ieri hanno saputo del terribile reato ipotizzato al momento dalla procura.

L’indagine è però, come detto, solo agli inizi perché sulla scrivania del pm Scorza ci sono ora almeno una quarantina di cartelle cliniche relative a persone ricoverate nello stesso reparto morte in circostanze analoghe. Furono tutti decessi naturali? E chi fu l’ultimo infermiere ad assisterli?

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui