Si cercano foto e film di don Desio

Rimini

RAVENNA. Film, foto, oggetti. Ricordi. Tracce. Si torna a casa di don Giovanni Desio e in canonica, a Casal Borsetti, a cercare segni dei rapporti tra il prete e i 15enni che adescava in parrocchia. Il pm Isabella Cavallari disporrà tra oggi e domani un nuovo blitz della Scientifica e della squadra Mobile della Questura nell’abitazione del sacerdote arrestato ormai dieci giorni fa con la pesante accusa di atti sessuali con minori e adescamento. Dunque, gli inquirenti non credono alle prime ammissioni di don Desio secondo cui tutto quello che c’è, dei suoi rapporti con i minorenni, è quanto già descritto nell’ordinanza di custodia cautelare secondo cui sarebbero due i ragazzini adescati: il magistrato e i poliziotti temono siano altri i minorenni coi quali don John abbia tentato di tessere un legame “amoroso” e perfino sessuale. E’ per questo che, oltre ai pc già sequestrati, ora la Scientifica si metterà a cercare e scandagliare foto e film a casa del sacerdote. D’altronde, già l’indomani dell’arresto la Mobile ha deciso di allargare l’indagine ad altre province italiane andando alla ricerca di altri adolescenti entrati in contatto col prete di Casal Borsetti forse durante le vacanze estive. Intanto, mentre il 52enne è stato già trasferito nel carcere di Forlì, dove è allestita una sezione ad hoc per i detenuti per quel tipo di reati così turpi (così da toglierlo al “nervosismo” dei carcerati ravennati che aveva fatto ravvisare un rischio per il sacerdote arrestato), gli inquirenti stanno proprio in queste ore esaminando il contenuto dei pc sequestrati. Le indagini proseguono serrate, lasciano intendere, ma bocche cucite sul contenuto dei computer. Quanto scoperto fino ad oggi (gli sms bollenti coi ragazzini di appena 15 anni, il sesso con uno dei due, quel modo di tenerli attanagliati a sé in un misto di ricatti emotivi dove la tunica aveva un potere coercitivo enorme) ha già choccato abbastanza sia il paese che la Curia. Dopo aver riunito i chierici la scorsa settimana, il vescovo Lorenzo Ghizzoni li ha chiamati all’ubbidienza alle linee guida della Cei contro gli abusi sessuali; si tratta di un vade mecum da usare per evitare un altro caso don Desio: banditi sms, carezze, confessioni e colloqui privati con i minorenni. E Monsignor Ghizzoni, a chi ha accusato la diocesi di essere a conoscenza di cosa avvenisse a Casal Borsetti, ha escluso di sapere degli atti sessuali ma ha anche chiarito che, per don Desio, era già stata programmata la rimozione dalla parrocchia e dalla direzione del settimana “Risveglio”.

 

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