"Il futuro è nostro". A Ravenna gli studenti invadono la piazza

Ravenna

RAVENNA. «Si vede anche senza essere scienziati che il clima sta cambiando e ci saranno conseguenze per tutti: c’è poco tempo per agire e non possiamo non fare nulla per cambiare le cose, sta a noi sollecitare i Governi perché il futuro è il nostro. Abbiamo uno sguardo che arriva un po’ più lontano». Nelle parole di Anna Fedriga, studentessa del liceo linguistico, c’è tutta l’essenza della mobilitazione di domani in occasione dello “sciopero mondiale per il clima”, che coincide a Ravenna con il primo dei “Fridays for future” organizzati in città. «Questo tema mi interessa da tempo, ma non avevo mai capito bene come poter fare qualcosa di concreto e come avere un vero e proprio impatto; per questo, quando sono venuta a sapere di questa iniziativa, ho aderito con molto piacere».

L’adesione è stata talmente entusiastica che da piazzetta Einaudi, dove era inizialmente prevista, l’iniziativa – dichiaratamente “no logo” – sarà trasferita in piazza del Popolo, dove – per una bizzarra coincidenza – appena 24 ore dopo si terrà la manifestazione in favore del comparto “oil& gas”.

Dal globale al locale

«Il nostro obiettivo è quello dichiarato a livello globale: scioperare per far sì che i governi del mondo comincino a impegnarsi seriamente sulla lotta al cambiamento climatico – spiega Tommaso Polci, co-fondatore del gruppo Uniamoci, in seno all’associazione studentesca UniversiRà –. Per strutturarla a livello locale abbiamo predisposto dei cartelloni con “problemi e soluzioni” per Ravenna: ogni partecipante o passante potrà sottolineare i problemi della città. L’idea è quella, nei giorni a venire, di raccogliere l’indicazione di queste criticità e possibili soluzioni, trasformarle in documento e presentarle all’Amministrazione per aprire un tavolo di dialogo».

«Come associazione di universitari, molti dei quali scienziati ambientali, seguiamo con apprensione il tema del cambiamento climatico, tema che peraltro tutta la nostra generazione sente molto», tiene a sottolineare Tommaso.

Esempi di buone prassi

Fra attività annunciate e sorprese in serbo, i manifestanti per il clima brandiranno cartelli di protesta (su carta e cartone rigorosamente riciclati), offriranno pillole di suggerimenti per mettere in atto le buone pratiche ecologiche a casa, insceneranno flash mob, prepareranno installazioni, fra le quali un carrello riempito di plastica per far capire quanta ne entra in ogni casa dalla spesa al supermercato. Ci sarà poi un piccolo mercatino del riuso e del baratto, le cui rimanenze, a fine giornata, saranno devolute in beneficenza.

Dall’evento alla battaglia

Marco Iarocci, studente del liceo classico, segue da tempo le tematiche del cambiamento climatico e si è appassionato alla mobilitazione che ha visto attraverso i giornali diffondersi in tutta Europa e nel mondo, sull’onda della battaglia della giovanissima attivista svedese Greta Thunberg, divenuta l’icona della sollevazione dei giovanissimi per indurre i grandi del pianeta ad adottare politiche che riducano l’innalzamento delle temperature. «L’idea – spiega Marco – è di dare il via a un’esperienza che possa continuare nel tempo; poi vedremo come organizzarci fra associazioni e cittadini che vogliono dare il loro contribuito».

«Eliminare l’indifferenza»

Anissa Sofia Beka frequenta il liceo linguistico ed è coordinatrice provinciale della Rete studenti medi, fra gli organizzatori dello “sciopero del clima” ravennate: «Il nostro obiettivo è alimentare nei giovani il senso di indignazione come emozione positiva, per eliminare l’indifferenza riguardo a un’urgenza che è quella dell’azione per il contrasto del cambiamento climatico: questa manifestazione costituisce il punto di partenza di un percorso che pensiamo assolutamente di portare avanti, sperando di coinvolgere il più possibile gli studenti, ma anche di essere sprone per le istituzioni pubbliche e i governi».

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