Don Desio, ora l'inchiesta si allarga in altre province

Rimini

RAVENNA. Nuovi nomi di ragazzi, nuovi numeri telefonici, nuove foto da valutare.

L’inchiesta su Don Desio si allarga con sviluppi definiti dagli inquirenti “interessanti e inquietanti” e le indagini della polizia ora si spingono persino in altre province italiane. Qui don Desio, secondo gli inquirenti della Squadra Mobile, potrebbe aver allacciato altri rapporti sospetti con adolescenti adescati con messaggi inviati via Facebook o con il proprio cellulare.

Al momento, come riferito ieri, sono solo due i nomi di ragazzini (entrambi quindicenni) che compaiono nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Rossella Materia. Tuttavia l’inchiesta della polizia - coordinata dal Pm Isabella Cavallari e seguita per la sua delicatezza anche dal procuratore capo Alessandro Mancini - ha avuto finora anche l’esigenza di dover arrivare presto a una richiesta di carcerazione, proprio per evitare che i rapporti tra il prete e i due ragazzini continuassero.

Nonostante questo, in appena tre settimane di intercettazioni, don Desio è stato sorpreso ad intessere due relazioni con altrettanti 15enni, tanto da spingere il gip a definire il parroco “senza freni inibitori”

La polizia è però convinta che l’attività di adescamento del prete andasse avanti da tempo e anche per questo ora si auspica che qualche genitore o qualche ragazzo trovi ora il coraggio di farsi avanti per denunciare eventuali approcci.

Come riferito ieri, al momento sono solo due i casi che compaiono nell’ordinanza: si tratta di un 15enne non ravennate che sarebbe arrivato per Pasqua in Romagna, al quale Desio spediva messaggi dal contenuto esplicito. L’altro ragazzo è invece un coetaneo che - intercettato durante un colloquio con il parroco - ammette implicitamente di aver avuto con lui rapporti sessuali. E al don, che indugia su alcuni dettagli di esperienze sessuali, lui risponde con un misto di freddezza e soggezione: «Ma è normale fare certe cose con il proprio parroco?».

A rendere ancor più inquietante la vicenda c’è poi un dettaglio non da poco: i genitori del ragazzo si fidavano così tanto di Desio da avergli dato persino una delega per parlare con i professori a scuola.

Ma quanti altri rapporti simili potrebbero essere stati instaurati dal prete in questi 13 anni passati a Casal Borsetti? La polizia teme che la lista possa allargarsi. Al momento non sono ancora stati analizzati nemmeno i computer sequestrati al prete, ma solo i cellulari. Mentre nei prossimi giorni un nuovo sopralluogo del pm Isabella Cavallari interesserà l’interno della canonica dove Desio riceveva i suoi ragazzi e dove pare fosse prodigo di regali.

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