Cevico alla conquista della Valpolicella: acquisito il 50% di Cantine Montresor

Lugo

LUGO. Immaginare solo una decina di anni fa lo sbarco di una cantina romagnola nel prestigioso cuore della Valpolicella enologica, quanto meno avrebbe scomodato frotte di medici per un consulto psichiatrico. Eppure se il passato prossimo faceva pensare a questo scenario, l’attualità ci dice che non solo lo sbarco è possibile ma addirittura è stato fatto. Significativo poi che a farlo sia un gruppo cooperativo, a testimonianza di come questo universo nel vino stia facendo passi da gigante sul fronte della qualità. Il protagonista in questione è Terre Cevico, oltre 5.000 soci viticoltori sparsi per la Romagna, che ha acquisito il 50 per cento delle Cantine Giacomo Montresor. Un’operazione fatta insieme ad altri due gruppi cooperativi, Vitevis di Montecchio Maggiore di Vicenza e Valpantena (Verona). I tre insieme hanno costituito una nuova società, Montresor Heritage, capace di mettere in campo una forza d’urto di 6.330 famiglie di viticoltori, oltre 10mila ettari di terreno, ricavi per 270 milioni di euro. Gli ettari dedicati alla produzione dei vini Montresor nel veronese sono oltre 3.000.

Cantine Montresor, ha una lunga storia alle spalle. Nata nel 1892, oggi ha una produzione di 2milioni e 300mila bottiglie, il 50% delle quali esportate in 56 Paesi, con una forte presenza nel mercato americano (la prima bottiglia porta la data del 1906). Presidente del gruppo è Marco Nannetti, attuale numero uno di Terre Cevico. «Obiettivo della nuova governance aziendale è quello di sviluppare ulteriormente sia i mercati del canale horeca in Italia, sia i mercati esteri, con una crescita del +30% del fatturato nei prossimi cinque anni - afferma Marco Nannetti -. Il tutto sempre con l’impegno di mantenere altissimi i livelli qualitativi e aumentando ulteriormente il valore aggiunto generato».

Diversi i progetti del nuovo corso di Cantine Montresor per investimenti strutturali di 2milioni di euro nella sede di Verona: un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate alla produzione dell’Amarone e del Ripasso; una riorganizzazione della bottaia; una linea di imbottigliamento innovativa. Altre iniziative: progetti sui diversi cru di Amarone, Valpolicella, Soave e Lugana avviati da alcuni mesi, mentre nell’unità locale a Capriva del Friuli, nel Collio Goriziano, verranno realizzati almeno 5 ettari di nuovi impianti tra Ribolla Gialla e Sauvignon.

La presentazione del nuovo corso di Montresor è avvenuta nei giorni scorsi a Verona, alla presenza anche di Giovanni Mantovani, direttore di Verona Fiera, ente che organizza Vinitaly. «Guardiamo con favore a iniziative come questa - ha detto il manager veronese -. I mercati internazionali sono grandi, numerosi e facilmente mutevoli. Quindi ritengo rappresenti un assoluto vantaggio, da un punto di vista competitivo, riuscire ad arrivare in tutto il mondo con delle aggregazioni capaci di fare da “portaerei” del movimento del vino italiano. Lo è per chi è più grande, ma anche per chi decide di restare una realtà medio-piccola». m.f.

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