Truffa dei diamanti: «Svaniti 400mila euro a trenta ravennati»

Ravenna

RAVENNA. I Ravennati hanno investito in diamanti almeno 2 milioni di euro. All’indomani dello scandalo partito da Milano sui risparmiatori truffati dalle banche, la Federconsumatori fa il punto su quella che è l’attuale situazione in provincia. Nell’ultimo periodo all’associazione si sono rivolti almeno 30 persone di Ravenna per chiedere tutela. Trenta cittadini i cui investimenti arrivano in totale a oltre 400mila euro. Rispetto alle altre province della regione, stando ai dati di Federconsumatori, la nostra è quella dove la problematica sta affiorando in modo più lieve. Ma questo non vuol dire che non si stia verificando anche qui. «Non spetta certo a noi analizzare i risvolti penali di questa vicenda, che coinvolge migliaia di piccoli risparmiatori - commentano dall’associazione -. Il nostro compito in questo momento è quello di cercare di far recuperare a tanti lavoratori e pensionati, che sono stati fuorviati, la maggior parte possibile dei loro risparmi».

Il sistema

Le modalità di collocamento dei diamanti, stando alle indagini della Procura di Milano, è abbastanza collaudato. Durante un colloquio in banca al malcapitato viene proposto un investimento “sicuro”. Un cosiddetto bene rifugio, che per di più non è nemmeno sottoposto come l’oro alle influenze politico-valutarie. Stando agli opuscoli per i risparmiatori ci sarebbe solo da guadagnare, con un capitale investito in diamanti che verrebbe costantemente rivalutato. Quando nel mondo della finanza i guadagni vengono dipinti come esageratamente sicuri, però, spesso rischiano di celarsi tutta una serie di “non detti” che poi si possono tramutare in truffa. È il caso delle due società leader in Italia per la vendita dei diamanti, la Intermarket Diamond Business e la Diamond Private Investment, i cui vertici sono ora sotto indagine insieme a cinque istituti di credito italiani. Secondo l’accusa le quote delle pietre sarebbero state falsificate fino al 200% del valore reale. Speculazione resa possibile dal fatto che ad oggi una quotazione ufficiale del diamante non esiste. E così, i risparmiatori, si sono trovati con in mano un pugno di mosche. «Federconsumatori - scrivono dall’associazione - è stata praticamente l’unica associazione di consumatori della provincia a scendere in campo in difesa dei risparmiatori. Ora vi è un nuovo problema: occorre che i proprietari dei diamanti tuttora depositati in Intermarket ne ottengano la restituzione, inoltrando domanda alla curatrice del fallimento. Le banche che hanno promesso di restituire il capitale investito (Unicredit, MPS), o di corrispondere almeno un sostanzioso indennizzo (Banco BPM), chiedono di verificare che i diamanti siano in possesso degli acquirenti. Invitiamo perciò tutti coloro che non hanno ancora ottenuto la restituzione dei diamanti a rivolgersi a Federconsumatori, per ottenere quanto è a loro dovuto». (A.CIC. )

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