Atti sessuali con minori: arrestato parroco di Casal Borsetti

Rimini

 

RAVENNA. Un prete discusso don Giovanni Desio lo è sempre stato. Commenti sul suo stile di vita un po’ alternativo non sono mai mancati, ma fino a pochi mesi fa si trattava solo di impressioni, illazioni tutt’al più. Chiacchiere senza fondamento almeno fino a quando nel febbraio scorso, mentre si trovava ubriaco alla guida del nuovo suv, non finì nel porto canale di Casal Borsetti dopo aver perso il controllo della vettura al termine di una cena a casa di parrocchiani. In quella occasione a salvargli la vita furono alcuni compaesani che, richiamati dal trambusto, riuscirono a estrarlo dalla vettura pochi istanti prima che si inabissasse. Un episodio che fece apparire sotto una luce diversa i tanti “si dice” sul suo conto e che espose il sacerdote al giudizio impietoso di molti parrocchiani, fedeli e non. Ma ora per il prete si prospetta un giudizio ancor più severo dopo l’arresto eseguito ieri dagli uomini della seconda sezione della Squadra mobile nell’ambito di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Isabella Cavallari. 
Pesantissime le accuse contenute nel provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip Rossella Materia (il primo nel nuovo ruolo ricoperto dal magistrato); a don Desio viene infatti contestato il compimento di atti sessuali con minori e l’adescamento di minorenni. Stando a quanto si è appreso finora, al parroco, assistito dall’avvocato Enrico Maria Saviotti che ieri si trovava fuori città e che è subito rientrato per assistere alle perquisizioni, vengono contestati più incontri a luci rosse che sarebbero avvenuti nell’ambito della parrocchia con alcuni adolescenti, ragazzi di 14 e 15 anni, alcuni dei quali alle prese con situazioni di disagio familiare, con cui aveva un legame molto stretto.
L’inchiesta, partita in seguito ad alcune segnalazioni e definita «totalizzante» da parte del dirigente della Squadra mobile, Nicola Gallo, avrebbe fatto emergere riscontri «ampi e consistenti». 
Un’indagine - «un’operazione chirurgica antipedofila» come rimarcato dal procuratore capo Alessandro Mancini - su cui gli inquirenti stavano lavorando nel massimo riserbo da settimane e che nella mattinata di ieri ha subito un’accelerazione che ha portato all’arresto del sacerdote e al sequestro di computer e di diverso materiale, non solo informatico, come appunti, agende e perfino alcuni palloni da calcio. 
Quando i poliziotti si sono presentati con l’atto, don Desio si trovava in compagnia di altre persone che sono state fatte allontanare prima che gli agenti spiegassero le ragioni della loro visita. Visita di cui, come confermato dallo stesso questore Mario Mondelli, il parroco si sarebbe detto «sorpreso» prima di chiudersi in se stesso una volta lette le motivazioni dell’ordinanza. 
Nel pomeriggio di ieri il sacerdote è stato accompagnato alla casa circondariale di Ravenna. Una sistemazione provvisoria per la quale sono state adottate particolari cautele in considerazione delle pesanti accuse a suo carico in vista di un possibile trasferimento in un altro penitenziario. Per domani intanto è in programma l’interrogatorio di garanzia.
RAVENNA. Un prete discusso don Giovanni Desio lo è sempre stato. Commenti sul suo stile di vita un po’ alternativo non sono mai mancati, ma fino a pochi mesi fa si trattava solo di impressioni, illazioni tutt’al più. Chiacchiere senza fondamento almeno fino a quando nel febbraio scorso, mentre si trovava ubriaco alla guida del nuovo suv, non finì nel porto canale di Casal Borsetti dopo aver perso il controllo della vettura al termine di una cena a casa di parrocchiani. In quella occasione a salvargli la vita furono alcuni compaesani che, richiamati dal trambusto, riuscirono a estrarlo dalla vettura pochi istanti prima che si inabissasse. Un episodio che fece apparire sotto una luce diversa i tanti “si dice” sul suo conto e che espose il sacerdote al giudizio impietoso di molti parrocchiani, fedeli e non. Ma ora per il prete si prospetta un giudizio ancor più severo dopo l’arresto eseguito ieri dagli uomini della seconda sezione della Squadra mobile nell’ambito di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Isabella Cavallari. Pesantissime le accuse contenute nel provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip Rossella Materia (il primo nel nuovo ruolo ricoperto dal magistrato); a don Desio viene infatti contestato il compimento di atti sessuali con minori e l’adescamento di minorenni. Stando a quanto si è appreso finora, al parroco, assistito dall’avvocato Enrico Maria Saviotti che ieri si trovava fuori città e che è subito rientrato per assistere alle perquisizioni, vengono contestati più incontri a luci rosse che sarebbero avvenuti nell’ambito della parrocchia con alcuni adolescenti, ragazzi di 14 e 15 anni, alcuni dei quali alle prese con situazioni di disagio familiare, con cui aveva un legame molto stretto.L’inchiesta, partita in seguito ad alcune segnalazioni e definita «totalizzante» da parte del dirigente della Squadra mobile, Nicola Gallo, avrebbe fatto emergere riscontri «ampi e consistenti». Un’indagine - «un’operazione chirurgica antipedofila» come rimarcato dal procuratore capo Alessandro Mancini - su cui gli inquirenti stavano lavorando nel massimo riserbo da settimane e che nella mattinata di ieri ha subito un’accelerazione che ha portato all’arresto del sacerdote e al sequestro di computer e di diverso materiale, non solo informatico, come appunti, agende e perfino alcuni palloni da calcio. Quando i poliziotti si sono presentati con l’atto, don Desio si trovava in compagnia di altre persone che sono state fatte allontanare prima che gli agenti spiegassero le ragioni della loro visita. Visita di cui, come confermato dallo stesso questore Mario Mondelli, il parroco si sarebbe detto «sorpreso» prima di chiudersi in se stesso una volta lette le motivazioni dell’ordinanza. Nel pomeriggio di ieri il sacerdote è stato accompagnato alla casa circondariale di Ravenna. Una sistemazione provvisoria per la quale sono state adottate particolari cautele in considerazione delle pesanti accuse a suo carico in vista di un possibile trasferimento in un altro penitenziario. Per domani intanto è in programma l’interrogatorio di garanzia.  

 

 

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