Ogni sera mette a tavola gratis due indigenti

Rimini

RAVENNA. Invece di buttare il cibo fresco che avanza o farne una sportina per chi poi la distribuisce ai poveri, perché non invitare ogni sera a cena due persone che non possono permetterselo? L’idea è venuta a Marina Andena che pochi mesi fa, in ottobre, ha aperto il Bistrò San Giorgio, in via Agnello, assieme al figlio Davide. «Sono contraria allo spreco di cibo e mi piace la possibilità di utilizzarlo in modo diverso, anche per gratificare quelle persone costrette a privarsi di tutto – racconta -. Capita a tutti di trovarsi in difficoltà, in questo periodo più che mai. Ma non ci sono solo le difficoltà economiche, nella vita di tutti giorni ci sono persone che vivono situazioni sociali molto difficili, penso a chi lascia la propria terra per trovare qualcosa di meglio altrove. Insomma, non farlo mi sembra di sputare in faccia alla povertà».

Un passato da impiegata in una scuola, quando i figli si son fatti grandi, Marina ha deciso di dar forma concreta ad una sua grande passione, la cucina ed una tavola accogliente. Ma non ha aperto un bar o un ristorante. H scelto un bistrot, che non è né l’uno né l’altro, ma «un luogo nel quale se uno ne ha voglia mangia, beve un bicchiere di vino, oppure si legge un libro. La caratteristica del bistrot è quello di essere un luogo casalingo, nel quale parlare con la gente, che è quello che noi cerchiamo di fare ogni volta che c’è l’occasione».

E’ stato così che Marina ha scritto all’Asp per chiedere come sviluppare un progetto che è un passo avanti il semplice assistenzialismo. «Da parte dei servizi sociali ho trovato una grande disponibilità – prosegue -, mi forniscono di volta in volta le informazioni sulle abitudini o eventuali patologie alimentari delle persone che la sera si presentano con una lettera di accompagnamento».

Al progetto collabora anche la signora Carla del dormitorio pubblico Re Girgenti, che individua le persone, due ogni sera, che possono godersi una cena al Bistrò San Giorgio. L’esperienza è partita la sera dell’8 marzo con risultati più che positivi. «All’inizio entrano un po’ titubanti, ma si sciolgono subito quando capiscono che non li trattiamo in modo differente dai clienti paganti – aggiunge Marina -. Non c’è un tavolo riservato, si siedono dove c’è posto e consultano il menù con i piatti del giorno. Chiacchieriamo e talvolta capita che ci si veda anche in giro per la città. Sono italiani o stranieri, ognuno con la propria storia, ma tutti con una cosa in comune, una grande educazione».

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