Escrementi in acqua, piscina chiusa per ore

Rimini

RAVENNA. Escrementi in acqua, la piscina comunale costretta a chiudere per mezza giornata. E’ la quarta volta in un mese e ormai è partita la caccia al “colpevole”, tra i corsi per i bimbi di tre e cinque anni e quelli agonistici per i ragazzini di nove. Poche le soluzioni, tra le quali chiedere ai genitori dei più piccoli di far indossare loro il pannolino in acqua, ma intanto si intensificano i controlli. “Bay watch” a bordo vasca per controllare le funzioni “fisiologiche” dei più giovani. Rabbia nei confronti dei genitori del “responsabile”: «Impossibile non se ne siano accorti, eppure nessuno ha parlato». Danni per 3.500 euro.

Quattro volte in un mese. Tre mercoledì e un venerdì: mercoledì scorso è stata la quarta volta in un mese. Di norma, “l’incidente” veniva scoperto al termine dell’ora di nuoto dedicata ai più piccini, bimbi tra i tre e i cinque anni. Ma l’altra sera non è stato così: la gestione dell’impianto sportivo ha fatto eseguire un controllo serrato sullo specchio d’acqua proprio al termine del corso per i bimbi ma alle 18.30, tutte le corsie della piscina da 25 metri erano pulite. Non lo erano più venti minuti più tardi, quando le feci sono state avvistate proprio nel mezzo del corso di nuoto agonistico per i bimbi più grandi, quelli di nove anni.

Caccia al “colpevole”. «Non mi piace che le società sportive protagoniste delle due ore di lezioni si stiano “scaricando” le colpe e che tra loro sia iniziata una vera e propria caccia al bambino incontinente - parla chiaro Fabrizio Berlese, il direttore della Nuova sportiva, la società che gestisce l’impianto comunale -. Anche perché le società non pagano l’acqua e a loro non ho chiesto un euro per i costi di manutenzione dopo che ho dovuto chiudere la piscina. Tutti si arrabbiano e nessuno dà soluzioni. Io, dal canto mio, i bimbi mi sento ancora di difenderli». Già, eppure una ragionata sulla cadenza ormai “fissa” dell’appuntamento con gli escrementi va fatta. «Le ipotesi sono quattro: o si tratta di un bimbo piccolo del primo gruppo; o di un ragazzino del secondo gruppo con problemi di salute; o una coincidenza; o, ma mi rifiuto di pensarci, un bambino del secondo gruppo che lo faccia apposta per far saltare la lezione», aggiunge Berlese.

Controlli serrati. Eppure, è impossibile che tra i frequentatori della piscina, nessuno - alla quarta volta - si sia accorto di nulla. «Io mi chiedo proprio questo: è possibile che i genitori del bimbo o del ragazzino coinvolto non si siano accorti di quanto accaduto? E, se sì, perché non l’hanno semplicemente detto?». Ecco perché, di fronte al silenzio, la piscina schiererà ora controlli massicci sullo specchio d’acqua. «L’unica soluzione possibile è alzare il livello di guardia, ma se non individuiamo il problema e la persona, rischia di diventare una battaglia contro i mulini a vento. Già: fino ad ora, per ripulire la vasca, disinfettarla e chiudere l’impianto al pubblico, la gestione ha già speso attorno ai 3.500 euro. «E non calcolo il danno d’immagine, ma sia chiaro - scandisce Berlese -: chi entra nella nostra piscina deve sapere che l’acqua è balneabile e sana. Per questo, quando accade, dobbiamo chiuderla per alcune ore, anche mezza giornata, per permettere il totale ri-filtraggio dell’acqua».

 

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