Nott de Bisò, a Faenza la testa del Niballo crolla verso il rione Nero

Faenza

FAENZA. È stata una folla di diecimila persone, forse più, ad assistere euforica al rogo del Niballo, quest’anno molto ingrassato, vestito di rosso, il colore del rione vincitore dell’ultimo palio.

Durante la giornata sono invece stati più di ventimila coloro che hanno circuitato tra gli stand, al lavoro a pieno regime fin dalle dieci di mattina, e assistito ai concerti, agli intrattenimenti e ai cerimoniali. Il clou si è verificato a mezzanotte, quando le temperature sono arrivate anche a - quattro gradi. Il vino aromatizzato è stato distribuito nei gotti in ceramica e in accompagnamento ai menù rionali.

La Nott de Bisò ha chiuso così i battenti sull’intensa stagione del Palio e ne ha aperto un’altra, quella del 60° anno (1959-2019), anniversario che sarà celebrato con una serie di eventi che avranno dello straordinario.

La caduta della testa

La notte è stata ricca di significati mistici, profezie, simbolismi legati al rogo e alle speranze di un anno migliore. Tutti hanno atteso trepidanti il colpo di scena finale, la testa del fantoccio che cade tra le fiamme e i lapilli ad indicare quale rione sarà favorito dalla sorte nella prossima giostra di giugno.

Alla fine il responso è arrivato: il capo si è inclinato e poi crollato verso il rione Nero. Sarà dunque Porta Ravegnana ad essere baciata dalla sorte, anche se pochi se ne ricorderanno a giugno.

Cerimoniali da brivido

Ha preso consistenza e si è arricchita la sfilata di ingresso, partita alle 18.30. La folla assiepata lungo le vie Santa Maria dell’Angelo e Severoli ha fatto largo al transito del carro con il fantoccio scortato da armigeri e alfieri, trainato da una copia di buoi romagnoli, al ritmo incessante dei tamburi.

Dopo avere attraversato la piazza del Popolo, il carro è sistemato all’incrocio dei quattro corsi, nella posizione inaugurata lo scorso anno. L’incedere è stato accompagnato dai proclami (revisionati) di Marino Baldani, che ha parlato sfilando grazie al microfono senza fili e al nuovo impianto stereo che finalmente consente un audio degno della cerimonia. Ed è stato proprio il bando “recitato” con voce istrionica da Baldani a fare salire l’adrenalina a mezzanotte: «E’ l’ora… quando il domani diventa oggi bruci il nemico, bruci e’ Nibal, le fiamme riducano in cenere il male, le faville volino in cielo formando stelle ad illuminare l’animo delle nostre genti, il fuoco annunci il nuovo giorno. Arda finalmente il rogo».

Poi l’ingresso del tedoforo, interpretato da Valentino Medori, il cavaliere del rione Rosso. Con le fiaccole tenute alte ha percorso un corridoio tra la folla per quindi entrare nel recinto tra gli squilli delle chiarine e incendiare il guerriero saraceno. I tamburi hanno rullato fino al termine delle fiamme, venti minuti dopo, tra la soddisfazione generale. I capi rione hanno sottolineato come quest’anno il rito abbia registrato «un’affluenza eccezionale».

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