Padre ucciso a Cervia dal figlio con un solo colpo. Presto una perizia sul ragazzo

Cervia

RAVENNA. Papà Andrea morto a 56 anni; colpito al cuore da una sola coltellata, sferrata dalla persona che più amava al termine di un gioco diventato tragedia per una serie incredibile di sfortunate circostanze. E lui, il figlio di 14 anni e un mese, un ragazzo speciale, che ora prova a gestire una situazione e un dolore indicibile all’interno di una struttura protetta di Bologna, in attesa dell’udienza di convalida. Una tragedia nella tragedia. Un fatto di cronaca che lascia senza fiato e una scia di dolore della quale in queste ore angoscianti non si vede ancora la fine.

Nel decreto di fermo firmato dal pm della Procura dei minorenni di Bologna si contesta l’omicidio volontario aggravato. Ma è ovvio che si tratta, al momento, di un reato che potrebbe essere presto derubricato. Del resto è lo stesso pm a farlo notare nelle tre pagine di ordinanza in cui si sottolinea più volte come il 14enne abbia agito alla luce di una situazione di salute peculiare, che potrebbe comportare la sua non imputabilità.

A ciò bisogna anche aggiungere un dettaglio non da poco: il ragazzino - che era legatissimo al padre - ha compiuto solo un mese fa i 14 anni. La stessa tragedia, insomma, commessa a novembre non lo avrebbe portato nemmeno una notte via dall’affetto dei suoi cari e della madre che, ora, si trova a dovere gestire un dramma straziante su più fronti.

La perizia e l’autopsia

Nei prossimi giorni la procura dovrebbe chiedere una perizia psichiatrica sul ragazzo che ha saputo solo a Bologna della scomparsa del padre, che pensava essere solo ferito e ancora in ospedale. Ma anche dopo aver avuto quella tragica notizia non è apparso del tutto consapevole della gravità dei fatti.

In attesa degli sviluppi giudiziari - che allo stato attuale appaiono destinati verso la non imputabilità del minore - a colpire in queste ore è però la incredibile ricostruzione della dinamica della tragedia. Nessun massacro, nessuna lite, nessun orrore. Solo un gioco che in pochi istanti si trasforma in un dramma senza ritorno.

Il gioco finito nel lutto

Giovedì sera, verso le 22.15, Andrea (operaio cesenate della ditta ravennate Lastra) stava giocando con il figlio nel suo appartamento di un condominio familiare nella zona Malva, in via Bova a Cervia.

Il padre era salito a prendere in camera una mazza da baseball giocattolo che proprio il giorno prima avevano regalato al figlio. Era una burla, fatta di sorrisi, goliardie e spinte scherzose come avvengono in qualunque famiglia. Ma in quel groviglio di emozioni quel 14enne dall’animo speciale non ha saputo gestire quel crescendo di impulsi ed è andato in cucina a prendere due coltelli. Poi è tornato verso il padre roteandoli e mimando il gesto di un ninja. A quel punto, da buon padre, Andrea ha capito che con certi oggetti non si poteva scherzare. Così ha abbassato la mazza giocattolo, è tornato serio e ha detto al figlio di rimettere i coltelli in cucina invitandolo a calmarsi.

Ma il 14enne era ancora nella dimensione ludica della sfida. Un gioco pericoloso di cui non aveva i mezzi per capire le conseguenze. E in pochi istanti avviene l’irreparabile.

Tra i reperti sequestrati dai carabinieri c’è un dettaglio che rende l’idea della tragedia. Si tratta del coltello: non c’è quasi sangue sul manico e sulla lama, ma solo una punta insanguinata. È probabile che il figlio abbia affondato la lama dritta al cuore e sul punto farà piena luce l’autopsia disposta per mercoledì.

Ma è probabile che al minorenne sia riuscito qualcosa che forse nemmeno un chirurgo sarebbe in grado di fare al primo tentativo.

Andrea ha cessato di vivere mentre era in ambulanza.

Poco dopo il figlio e la madre, sono stati sentiti dai carabinieri per ricostruire i fatti. La decisione del pm di firmare il fermo potrebbe essere causata non solo dalla obiettiva gravità del reato che si deve contestare, ma anche dal fatto che non si poteva (e forse non si può ancora) valutare quali potrebbero essere le reazioni del ragazzo piombato in uno stato psicofisico ancor più complicato. Tanto che lo stesso pericolo di fuga evidenziato dal pm è da leggersi non tanto come un rischio per le indagini quanto per la sua incolumità.

Il giovane (seguito a scuola da personale specializzato) ora è monitorato in una struttura protetta a Bologna.

Difeso dall’avvocato Sandra Vannucci domani comparirà davanti al gip. (c.d.)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui