Ravenna, pialassa in secca. Per Autorità portuale "fenomeno naturale ma il Piomboni non sarà più navigabile"

Ravenna

RAVENNA. «I margini della pialassa Piomboni in secca? Si tratta di una situazione transitoria, in parte riconducibile ad una fase del progetto in corso ma per lo più determinata da una periodica e normale bassa marea». Non si fa attendere la risposta dell’Autorità di sistema portuale, che per voce del presidente Daniele Rossi dà conto dello stato dei lavori «al momento sospesi, benché le draghe fossero all’opera fino a pochi giorni fa. Ad ogni modo siamo ad uno stadio avanzato del progetto, che può dirsi completato al 90%. I lavori saranno ultimati prima della fine dell’estate, con un prolungarsi di poche settimane rispetto all’ultima “dead-line” annunciata». Il vertice di Antico Squero interviene dopo le segnalazioni al Corriere Romagna di vari cittadini e capannisti riguardo un anomalo prosciugarsi della pialassa Piomboni. Una situazione che appariva peggiorativa rispetto a quella già evidenziata nel settembre scorso, quando dall’analisi di foto aeree si evinceva il progressivo restringimento della parte ricoperta di acqua salmastra. Nell’area prospiciente è sorta negli ultimi anni una cassa di colmata ed è in corso un progetto da 32 milioni volto ad approfondire il canale e a proteggere la parte di interesse naturalistico.

L’acqua resterà bassa

Daniele Rossi compie un quadro realistico: «La condizione definitiva e permanente della pialassa, comunque, non prevederà tratti navigabili – sottolinea il presidente dell’Autorità portuale -. Attueremo pedissequamente il progetto approvato nel 2010 dalla Conferenza dei servizi, che incorpora anche gli enti di tutela ambientale. Nell’ultima fase verrà ricollegato il canale Marini, quello dell’Idrovora, con una struttura idraulica complessa. Nell’innesto fra il corso d’acqua e la pialassa sarà attuata una cascata a diverse quote, come fossero gradoni. Questo per consentire un corretto mescolamento fra acque dolci, che sono quelle meteoriche irregimentate dal canale Marini, e quelle salate della Pialassa».

Il fine ultimo, precisa Rossi, è quello di una riqualificazione ambientale: «L’acqua giungerà comunque a livelli di profondità variabili tra i 20 e i 30 cm il progetto approvato nel 2010 ha la funzione di fitoriqualificare la zona, creando le condizioni per la costituzione di una vegetazione di tipo palustre». Un canneto, quindi, che rappresenterà la rinaturalizzazione della pialassa Piomboni mentre «nelle settimane scorse si è lavorato al centro della pialassa – completa il ragionamento Rossi -, e le draghe hanno lavorato in attestazione al canale circondariale con refluimento nelle barene». Barene che non sono altro che isolotti al centro della pialassa e rappresenteranno una delle barriere naturali fra la parte industriale e la parte di interesse naturalistico, in quella zona dove insediamenti umani e tutela ambientale dovranno trovare un nuovo, fragile, equilibrio.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui