Ravenna, funzionario dell'Agenzia Entrate a processo: "Facevo da ghostwriter agli avvocati"

Ravenna

RAVENNA. «Confermo alcune cose che dissi quando mi arrestarono. Altre invece non corrispondono a verità». Con un filo di voce che a tratti ha messo a dura prova anche il microfono dell’aula, Nicola Ricciardi, ex funzionario dell’Agenzia delle Entrate, ha ripercorso ieri i fatti che portarono al suo arresto nel 2012, e che ora lo vedono a processo con l’accusa di corruzione e tentata concussione nei confronti di un ristoratore e alcuni negozianti tra Ravenna e Milano Marittima. “Nuove” verità, che l’ex funzionario 44enne - ora di professione avvocato a Roma -, ha riferito davanti al collegio presieduto dal giudice Cecilia Calandra (a latere i giudici Andrea Chibelli e Federico Lipovscek), dando spazio alle confessioni. Fra tutte, quella di aver svolto nel periodo antecedente l’arresto una duplice professione: da una parte quella di dipendente dello Stato, incaricato di redigere i documenti “contro” i contribuenti per conto dell’ufficio contenzioso dell’Agenzia delle Entrate. Dall’altro quella di consulente per avvocati e commercialisti: «un ghostwriter», si è definito ieri in aula, che preparava le «controdeduzioni» da presentare per ridimensionare o annullare le contestazioni tributarie.

Tutti i dettagli nell'edizione odierna del Corriere Romagna

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