Ravenna, palancole sommerse in pialassa, affonda una barca di operai

Rimini

RAVENNA. Affondati dalle palancole sommerse piantate per costruire gli argini della pialassa Piomboni. Né pescatori né cacciatori. Questa volta a rischiare grosso, rimettendoci alla fine solo la barca, sono stati alcuni operai che stavano lavorando per ultimare l’argine di separazione dell’area naturalistica, che una volta completato dovrebbe raggiungere i 2,5 chilometri.

È accaduto venerdì nella valle interessata dalla fase conclusiva del progetto di risanamento da 32 milioni di euro per il dragaggio del canale Piombone e la creazione dell’argine che andrà a separare l’area industriale da quella naturale. Sommerse dall’alta marea, le palancole installate nel tratto di argine ancora da completare (che si estende a occhio e croce per una lunghezza di 700 metri) non sono state notate dagli operai al lavoro in quel punto. Una loro imbarcazione si è quindi arenata sbattendo contro il supporto, andando a creare uno squarcio nello scafo. Il natante ha iniziato a imbarcare acqua, rendendo poi necessario l’intervento di un gommone per soccorrere gli operai che si trovavano a bordo.

Nessuna boa per l’ostacolo

A determinare la pericolosità di una zona frequentata spesso da pescatori e cacciatori, oltre che dagli stessi operai della Piacentini Costruzioni (la società capofila della cordata di imprese che si è aggiudicata i lavori), è la totale assenza di boe segnaletiche in prossimità degli ostacoli. Questi pali funzionali a sostenere il futuro argine sono infatti ben visibili nei momenti di bassa marea, quando sporgono di una ventina di centimetri dalla superficie. Basta però una minima marea per farle scomparire sotto il filo dell’acqua e se sommata a pioggia e innalzamento del livello del mare le palancole risultano del tutto invisibili.

Un incidente non raro, ma che spesso coinvolge piccole imbarcazioni di pescatori, che procedendo a bassa velocità se la cavano spesso con danni limitati. Ciò non toglie - lamentano i frequentatori della pialassa - che l’area in queste condizioni, con i lavori così gestiti, sia pericolosa.

Insabbiamento

Sono proprio queste stesse frequentazioni storiche della pialassa a lamentare una trasformazione che, denunciano, anziché preservare o migliorare l’habitat della pialassa sta provocando danni e stravolgendo tutta l’area. A partire dall’insabbiamento di diversi punti del bacino. I lavori sono ripresi poco più di un anno fa per l’ampliamento della cassa di colmata, l’argine del canale Piombone, le barriere perimetrali di fronte ai capanni e le barene, ovvero gli isolotti creati al centro della valle. Erano stati interrotti nel 2014, dopo appena un anno dalla partenza in seguito alle analisi sulla concentrazione di idrocarburi nei fondali recuperati con il dragaggio per creare le isole. Ora però, con i lavori a pieno regime alcuni punti (tra tutti una zona di fronte all’idrovora) hanno raggiunto la secca totale. Tutta la valle, insomma, si sta insabbiando.

Pesce dimezzato

A risentirne sarebbe anche la pescosità di una zona descritta negli ultimi 15 anni come un paradiso della pesca. Un’area che, a differenza della Baiona, era rimasta salubre e mantenuto le condizioni ideali per la proliferazione di numerose specie ittiche, tra anguille, cefali, muggini. Si era creato anche un isolotto di una dozzina di ettari, sul quale era cresciuto un bosco, poi decimato.

Un habitat distrutto, lamentano le voci più critiche di chi nel tempo ha visto passo dopo passo la trasformazione della pialassa. E che ora, ultimato il dragaggio del canale portuale, osserva gli ultimi passi del maxi progetto: le verifiche batimetriche sulla profondità per capire il pescaggio, che sarà poi comunicato alla Capitaneria di Porto per comunicare quali imbarcazioni potranno entrare. Alla fine 800mila metri cubi di materiale saranno stati rimossi dalla valle, passando da una superficie acquatica di 245 ettari a 145, con 11 dedicati a piazzale logistico. Secondo l’ente di via Antico Squero, una rivoluzione benefica per tutto il porto; ma per gli “abitanti” della pialassa, realizzata pagando un prezzo altissimo.

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