Lugo, neonato morto 9 giorni dopo il parto per itterizia, tre medici a processo

Lugo

LUGO. Il colorito del neonato era diventato giallo verdastro, dopo che gli esami avevano dato valori tali da richiedere attenzioni particolari. Poi c’erano stati gli episodi di vomito. E alla fine il cuore del piccolo aveva smesso di battere nove giorni appena dopo il parto, nonostante il disperato tentativo di rianimazione e il trasferimento dall’ospedale di Lugo a quello di Ravenna. Un decesso che la Procura ha attribuito alla condotta di tre medici dell’ “Umberto I”, per i quali, ieri, il giudice per l’udienza preliminare Corrado Schiaretti ha aggiornato il processo al 13 dicembre, nominando il perito del tribunale per l’incidente probatorio.

Le accuse

L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato ai tre dottori del reparto, due pediatri di 64 e 36 anni e il 55enne medico di guardia (difesi dagli avvocati Ermanno Cicognani e Carlo Alberto Baruzzi), alla luce degli accertamenti partiti dopo il decesso avvenuto nel nosocomio ravennate il 18 gennaio del 2015.
Secondo il capo d’imputazione - che vede tutti e tre gli imputati accusati di omicidio colposo -, i campanelli d’allarme potevano essere colti già dai giorni successivi al parto, attivando subito i trattamenti raccomandati dalla Società Italiana di Neonatologia nei casi di iperbilirubina neonatale, a partire dal livello eccessivo di bilirubina (il pigmento che determina l’ittero) riscontrato negli esami del sangue già l’11 gennaio e lievitati tre giorni dopo. Nonostante ciò, i due medici che avevano effettuato le visite nelle ore successive non avevano prescritto ulteriori esami, disponendo il trasferimento del neonato nel reparto in cui era ricoverata la madre senza informare i colleghi di ostetrica e ginecologia. Per la Procura - rappresentata ieri dal pm Lucrezia Ciriello - sarebbe invece stato necessario ripetere le indagini ematochimiche e indicare una specifica sorveglianza.

Il decesso

Nel frattempo le condizioni del bimbo erano degenerate. Due gli episodi di vomito registrati dall’infermiere di turno il 17 gennaio, associati a un colorito della pelle tipico dell’ittero neonatale e comunicati tempestivamente al medico di guardia. Quest’ultima però, stando all’accusa, aveva tardato a intervenire, disponendo prima il trasferimento all’isola neonatale, e solo un’ora e mezzo dopo il ricovero d’urgenza in terapia intensiva neonatale all’ospedale di Ravenna. A quel punto per il piccolo era troppo tardi. Le sue speranze si sono spente con un arresto cardiaco avvenuto l’indomani, alle 5 di mattina.

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